
Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo Spa
Roma, 25 giugno 2025 – Nel cuore di un’Europa che cerca di ritrovare un ruolo geopolitico in un periodo di gravi instabilità internazionali, il dibattito si concentra sulla difesa e sulle nuove frontiere tecnologiche che la stanno plasmando. Al centro di questa discussione si colloca Leonardo Spa, colosso italiano da 60mila dipendenti che si propone come motore di una strategia continentale per la sicurezza. Leader nei settori dell’aerospazio, della difesa e della sicurezza, punta tutto su innovazione, sostenibilità e autonomia strategica europea.
Presidente Stefano Pontecorvo, su quali settori della difesa deve investire l’Italia in questo momento storico così complesso?
“Partiamo da un dato: nel 1989, prima del crollo del Muro di Berlino, la spesa per la difesa nei bilanci dei Paesi Ue della Nato era in media del 4%. Nel 2020 si è attestata intorno all’1,3%. È stato il cosiddetto dividendo della pace, generato dal crollo del comunismo, che però ci ha indebolito sul piano delle capacità militari. Ora occorre ricostruire: servono in particolare veicoli terrestri, carri pesanti e leggeri. Ma servono anche competenze digitali per la guerra elettronica, capacità cyber e satellitari per osservazione e intelligence, senza dimenticare munizionamento e missili”.
Quelle a cui assistiamo in Ucraina, Israele e Iran sono guerre aeree, combattute proprio su questi strumenti.
“Esattamente. Per questo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha insistito sulla necessità di raddoppiare la capacità produttiva di missili. E io sono completamente d’accordo”.
Qual è la situazione sui droni, l’altra faccia della medaglia nei conflitti su base missilistica?
“Abbiamo stretto una joint venture con i migliori al mondo in questo campo: i turchi di Baykar. Loro produrranno la piattaforma, noi ci occuperemo del payload, cioè del carico utile. Insieme andremo sul mercato europeo e mondiale con un prodotto di eccellenza”.
La joint venture di Leonardo con la tedesca Rheinmetall sui carrarmati è un’altra scelta strategica.
“Si tratta della migliore industria europea nella costruzione di mezzi blindati e corazzati. Ma non è l’unico nostro interesse in Germania: come Leonardo deteniamo circa il 23,8% di Hensoldt, attiva nell’elettronica, e collaboriamo nel telerilevamento satellitare con un’azienda leader come Gaf”.
Nel dibattito pubblico la spesa per la difesa è spesso vista come un onere inutile. Qual è invece il suo valore strategico per lo sviluppo e il benessere di un Paese?
“Il mondo è cambiato e l’instabilità non porta sviluppo. Temo sbagli chi pensa ancora con gli schemi del secolo scorso: di fronte a una possibile aggressione non possiamo farci trovare impreparati. Anche perché gli Stati Uniti hanno chiarito che l’Europa deve provvedere alla propria difesa. Se un tempo potevamo contare al 100% sugli americani, oggi dobbiamo essere davvero autonomi in termini di sicurezza”.
L’intelligenza artificiale è una tecnologia dirompente, destinata a rivoluzionare molti settori, compresi quelli in cui opera Leonardo. Qual è il vostro approccio?
“Siamo tra le poche aziende che già impiegano l’intelligenza artificiale come tecnologia abilitante nei processi produttivi e gestionali. L’IA aumenta notevolmente la produttività e apre orizzonti prima impensabili. È una tecnologia destinata a cambiamenti enormi, quindi va compresa, regolamentata e utilizzata al meglio”.