Martedì 23 Aprile 2024

Missili cinesi e armi russe alla Serbia Ora Belgrado agita l’Unione Europea

L’anomalia del Paese guidato da Vucic che rifiuta di allinearsi a Bruxelles

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La Serbia ‘bifronte’ di Aleksandar Vucic (foto), amico ed estimatore di Vladimir Putin, Xi Jinping e Viktor Orban, è sempre più un’anomalia in Europa, e insieme fonte di preoccupazione per l’Ue, con cui Belgrado è impegnata da anni nel negoziato di adesione. Sempre più sotto pressione per il suo rifiuto di aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia, nel pieno del conflitto armato in Ucraina il Paese balcanico ha ricevuto dalla Cina un sofisticato sistema missilistico di difesa aerea.

Pechino conferma ma parla di tale fornitura militare in termini di normali "progetti di cooperazione" bilaterale, slegati dal caos ucraino. Ma l’arrivo di missili cinesi, in un’operazione definita "segreta" dai media e in una regione attraversata da tensioni e instabilità croniche come i Balcani, non può non destare preoccupazione nelle cancellerie occidentali. Anche perché buona parte dell’armamento in dotazione all’esercito serbo – che a detta del presidente Vucic ha in atto un’opera di costante e forte potenziamento – proviene dalla Russia: carri armati, mezzi blindati, elicotteri, sistemi di avvistamento. E nei mesi scorsi Russia e Bielorussia hanno donato a Belgrado rispettivamente sei e quattro aerei caccia MiG-29 usati, coi quali il Paese balcanico ha rafforzato il suo dispositivo di protezione aerea.

Il ministro degli Esteri croato Gordan Grlic Radman, a margine della ministeriale Ue in Lussemburgo, è tornato a puntare il dito contro Belgrado. Il Kosovo ha reagito duramente. Così il ministro della difesa Armend Mehaj: "Spettacolo disgustoso in un momento in cui l’intero mondo dei valori euroatlantici affronta l’aggressore di tali valori, la Russia e i suoi alleati. Da dove viene il pericolo per la Serbia, e contro chi si sta armando con i più avanzati sistemi di attacco?".