Bolzano, voti ritoccati al figlio: provveditore nei guai. "Non può avere meno di 8"

Il 6 in tecnologia e il 7 in musica sono stati alzati dopo la telefonata al preside dell’istituto. Lui si difende: "Non è vero, nessuna minaccia". Indagati anche il dirigente scolastico e un professore

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Un rimpallo di accuse e scuse, di inchieste aperte e minacce di ritorsioni e querele per un 6 in tecnologia diventato 8 nella città considerata da molte classifiche la più civile d’Italia e con la qualità della vita migliore, Bolzano. Il provveditore agli studi, ora sovrintendente, il dirigente di una scuola media, e un professore hanno ricevuto la comunicazione di chiusura delle indagine della Procura.

I reati ipotizzati sono quelli, in "concorso morale e materiale", di "errore determinato dall’altrui inganno, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e induzione indebita a dare o promettere utilità". Una formula tecnica per una vicenda che se fosse confermata in giudizio sarebbe preoccupante soprattutto da un punto di vista morale.

I fatti secondo l’inchiesta. Il sovrintendente Vincenzo Gullotta a maggio 2020 legge la pagella del figlio promosso dalla seconda alla terza media nell’istituto Ugo Foscolo di cui è dirigente Franco Lever. Gli si strabuzzano gli occhi quando trova il 6 di tecnologia e il 7 di musica, uniche eccezioni a un florilegio di 8. Invece di felicitarsi col figlio, il provveditore – ciò dice la Procura – prende il telefono, chiama Lever e chiede "adirato" come mai il pargolo avesse avuto quei voti finali più bassi di quelli del primo quadrimestre, inducendo, sempre secondo l’accusa, il preside a riconvocare il consiglio di classe e ritoccare quei 6 e 7 che altre famiglie hanno accolto con gioia e lui come un’offesa.

Una convocazione senza la quale Gullotta prometteva ritorsioni verso il sottoposto. Lever, obtorto collo, convoca il consiglio; il professor Francesco Migliaccio, quello dell’offensivo 6, accetta di alzare da 6 a 8 la performance del povero pargolo: "Mi sono sbagliato, ho scritto male". Chi invece non ha voluto di sua spontanea volontà alzare il 7 in 8 è il professore di musica, che davanti ai colleghi difende strenuamente la sua valutazione: era quella che Gullotta junior meritava.

Apriti cielo: interveniva Lever e grazie alla compiacenza dell’intero consiglio di classe, che ne ha facoltà, faceva correggere a maggioranza sul registro elettronico quel 7 in 8. La famiglia Gullotta a quel punto poteva ringraziare e festeggiare. Lo scandalo però covava sotto la cenere e la presunta pressione diventò di dominio pubblico. Gullotta scrisse anche una lettera ai giornali sostenendo di non avere né protestato né chiesto il ritocco dei voti né minacciato alcuno se ciò non fosse accaduto, ma per i magistrati c’era abbastanza polpa per aprire l’inchiesta arrivata al redde rationem.

I difensori di Gullotta, Lever e Migliaccio, hanno venti giorni per chiedere che i propri assistiti vengano ascoltati o possano presentare le controdeduzioni; in questo lasso di tempo la Procura deciderà se trasformare tutto nella richiesta di rinvio a giudizio o nell’archiviazione.

A Bolzano, 107mila abitanti e una fervente vita cittadina che coagula la lingua italiana con quella tedesca, fra i banchi di Piazza Erbe non si parla d’altro; la vicenda è approdata anche nelle istituzioni, con un’interrogazione del consigliere provinciale del Pd Sandro Repetto e una verifica avviata dall’assessore provinciale alla scuola in lingua italiana, Giuliano Vettorato. Da parte sua Gullotta minaccia querele verso chi lo ha accusato.

Non è la prima volta che i prof si trovano davanti genitori disposti a tutto per alzare i voti dei ragazzi, ma almeno mesi fa a Vicenza era stata una semplice madre a minacciare l’insegnante con il classico "te la farò pagare". Da Roma, in questo caso, attendono lo sviluppo della vicenda per prendere adeguati provvedimenti.