Minsk dirotta un aereo Ryanair Obiettivo: arrestare l’oppositore

Il volo era diretto a Vilnius ma è stato intercettato da caccia bielorussi e costretto ad atterrare. A bordo un attivista anti-Lukashenko. La comunità internazionale condanna: "È un atto di terrorismo"

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di Giampaolo Pioli

C’è incredulità e sconcerto nelle cancellerie internazionali di fronte a quello che i polacchi hanno già definito "un atto di terrorismo di Stato". La Comunità Europea parla di gesto "intollerabile e riprovevole". Il segretario del Pd, Enrico Letta, twitta: "Dirottare un aereo è un atto terroristico e come tale va trattato". Sta di fatto che il presidente-dittatore della Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, ha ordinato ieri ai suoi caccia militari di dirottare un volo di linea della Ryanair partito da Atene e diretto a Vilnius in Lituania, mentre sorvolava i cieli della Bielorussia.

L’ordine era di abbattere il Boeing con 180 passeggeri a bordo se il pilota non avesse obbedito alla deviazione imposta dai jet militari, i quali sostenevano esserci "un allarme bomba a bordo". Una volta atterrato, le forze speciali della Bielorussia sono salite sull’aereo della Ryanair e hanno arrestato il giovane giornalista blogger e attivista dell’opposizione bielorussa, Roman Protasevich, e la sua compagna. Il 26enne è considerato il "Navalny di Minsk", nella lista nera del governo in quanto "agitatore e terrorista". Una volta arrestato Protasevich, in tarda serata il volo è stato ripartire per Vilnius, la sua destinazione originaria. Attualmente, twittano i sostenitori degli oppositori di Lukashenko, "non si sa in quali condizioni sia e dove sia stata portata la coppia".

A bordo del volo Ryanair non è stato individuato alcun ordigno esplosivo: Protasevich è stato tratto in manette dalle forze speciali, dopo che nei mesi scorsi era riparato in esilio prima in Polonia poi in Lituania, per sfuggire alle persecuzioni e al carcere che lo attendeva sotto il regime di Lukashenko. Il quale usa il pugno di ferro sui leader dell’opposizione che ne hanno contestato l’elezione con frequenti dimostrazioni di piazza: in un anno sono stati arrestati circa 32mila attivisti. Sarebbe stato proprio Lukashenko in persona a ordinare ai piloti del caccia di far atterrare il volo della Ryanair a Minsk, anche se Vilnius era molto più vicino. Da qualsiasi angolazione lo si voglia vedere, l’atto rappresenta una grave violazione del diritto internazionale.

Fonti della Casa Bianca annunciano una dura reazione del Dipartimento di Stato e di Biden contro questo atto di pirateria aerea ordinato dal presidente bielorusso per far arrestare un dissidente. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si troverà presto ad esaminare il caso.

Nonostante la giovane età, Protasevich aveva già diretto Nexta, la piattaforma digitale che coordina i dimostranti e tutte le manifestazione dell’opposizione in Bielorussia e conduceva un blog molto seguito. Dopo l’arresto, il suo sito su Telegram è stato oscurato.

L’indignazione e la protesta che si sono allargate in tutta Europa vengono definite dal dem Piero Fassino "la prova di un atto illegale e arrogante in dispregio di ogni diritto e la conferma di quanto il regime di Lukashenko rappresenti un pericolo non solo per la Bielorussia ma anche per la sicurezza internazionale. Una ragione in più per indire nuove elezioni con osservatori internazionali che consentano ai cittadini di scegliere liberamente da chi venire governati".

Pilatesco e distaccato Vladimir Putin, considerato alleato del leader bielorusso. Pur non sostenendo ufficialmente l’azione, da Mosca fanno notare che gli aerei russi hanno fatto "deviazioni anche di 300 chilometri per non entrare nello spazio aereo di Minsk". Mentre il presidente lituano, Gitanas Nauseda, oltre a chiedere l’immediata liberazione di Protasevich, definisce l’affronto di Lukashenko un "atto di terrorismo aereo pianificato, il governo di Minsk sapeva esattamente chi era a bordo sul volo Atene-Vilnius". Da qui la richiesta alla Nato e alla Unione europea di intervenire al più presto poiché "la Bielorussia rappresenta una minaccia per l’aviazione civile internazionale".