Mercoledì 24 Aprile 2024

Minaccia nucleare sui Paesi baltici Così Mosca fa ancora paura

Stoccolma e Helsinki verso la Nato, durissima reazione di Mosca. Truppe ai confini come ai tempi dell’Urss

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di Roberto

Giardina

Le signore del nord, pronte alla difesa armata. Non sono guerriere ma pensano alla Heimat, la loro piccola patria. La finlandese Sanna Marin, 36 anni, la più giovane premier al mondo, e Magdalena Andersonn, 55 anni, primo ministro svedese, chiedono l’ingresso nella Nato, ponendo fine alla neutralità, fino ad ieri un tabù inviolabile. Dopo l’attacco all’Ucraina, Finlandia e Svezia si sentono minacciate. Ed è rapida la risposta di Mosca, duplice e ambigua.

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, commenta che Finlandia e Svezia comunque non rappresentano un pericolo per la Russia, tale da prevedere armi nucleari stanziate sul Baltico, mentre l´ex primo ministro Dmitri Medvedev, ieri pacifico e oggi un falco, prevede che il Baltico possa diventare un obiettivo nucleare. E intanto Mosca ammassa le sue truppe al confine come ai tempi dell’Urss. Una terza signora, la premier lituana Ingrid Symonite, interviene a sua volta: "La minaccia russa non è nuova, dobbiamo essere pronti". E rimprovera alla Germania di non intervenire con forza contro Putin: il presidente della Repubblica Steinmeier e il cancelliere Olaf Scholz, si rendono corresponsabili dei crimini di guerra in Ucraina. Mugugni anche da Estonia e Lettonia. Anche se l’accusa è ingiusta, ma al nord il clima è questo.

Il Baltico è un piccolo mare, quasi un lago, 677mila chilometri quadrati, circa un quarto del Mediterraneo (due milioni e mezzo). Ci si fronteggia e ci si mischia da sempre. I cavalieri svedesi al culmine della potenza giunsero nel cuore d’Europa. La storia della Finlandia è segnata dalle guerre. All’inizio dell’Ottocento finì sotto il dominio russo alla fine del conflitto tra lo zar e la Svezia. Conquistò l´indipendenza nel 1918, con la fine dell’impero zarista, difesa in due guerre (’39 e ’41) contro i bolscevichi.

Per capire servono i libri, come ’Guerra nel fiordo’ di Indro Montanelli, quando parla di sé inventa, il resto è tutto vero, l’eroica difesa nei boschi ghiacciati dei finlandesi contro il gigante sovietico. Vasto paese, il confine con la Russia è lungo 1.340 chilometri, ma con appena 5,5 milioni di abitanti. Neutrale ma con uno degli eserciti più forti d’Europa, ha ricordato l’ultimo dell’anno il presidente Sali NiInistö, 250mila uomini, più 900mila di riserva.

Per l’80% dei finlandesi Putin è una minaccia, il 53% vuole entrare nella Nato, la decisione sarà presa entro poche settimane. Ma il Paese dipende dalla Russia per il gas, il carbone e gli scambi commerciali. Sanna Marin è andata a Stoccolma per mettersi d´accordo sui tempi. La premier Rasmussen ha dichiarato: "È un momento importante della storia, la situazione è cambiata, dobbiamo pensare alla sicurezza e alla pace".

Della rinuncia alla neutralità anche in Svezia si parla da tempo. L’anno scorso il parlamento ha votato una mozione per entrare nella Nato. La Svezia si sente esposta da quando è finita l´Urss e la Russia è diventata un´incognita imprevedibile. Lo scrittore Henning Mankell descrive la situazione già trent’anni fa nel romanzo ’I cani di Riga’. Per capire la Lettonia, Estonia e Lituania, ’Anime baltiche’ di Jan Brokken è una guida preziosa. perché parla di uomini e donne, non di politica. Sergei Eisenstein, il regista della ’Corazzata Potemkin’, il film sulla rivolta dei marinai a Odessa nel 1905, soffocata nel sangue, era nato a Riga, sua madre Julia era russa, il padre Michail, era architetto e costruì palazzi che sono capolavori liberty, e diede alla sua Riga un’anima sospesa, tedesca e orientale, tra la Lubecca di Thomas Mann, la Danzica di Günter Grass e San Pietroburgo.

La Lettonia fu invasa dai nazisti nel 41, una parte dei lettoni combatté con i sovietici, e altri si arruolarono nelle SS contro i russi. Il Baltico è piccolo, diviso, complicato e delicato. Pacifico perche da sempre in guerra, fino a ieri.