Sabato 20 Aprile 2024

Millennials, in coppia ma senza figli. Carriera un must per le donne, tutti pro divorzio

Ricerca Eurispes sui ragazzi tra i 18 e i 30 anni: cosa ne pensano di amore, sessualità, famiglia, ma anche di grandi temi etici ed economici

Una coppia in giro in Vespa (iStock)

Una coppia in giro in Vespa (iStock)

19 luglio 2019 - La ricerca Eurispes - effettuata su un campione probabilistico composto da ragazzi di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, stratificato in base alla distribuzione della popolazione per sesso ed area geografica (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole) risultante dai dati dell'ultimo censimento Istat - restituisce un interessante quadro delle priorità dei Millennials. I questionari hanno indagato una serie di aree tematiche relative ai rapporti sentimentali, l'amore e la sessualità: visione della vita di coppia e dei rapporti uomo-donna, stereotipi di genere, abitudini sessuali, rapporti disfunzionali. I ragazzi che hanno partecipato all'indagine sono stati circa 1.000; i questionari considerati validi ed analizzati sono stati complessivamente 710.

SI' ALL'AMORE, ANCHE SENZA FIGLI - Stando alle risposte ricevute, riuscire a costruire nella vita una relazione duratura è un obiettivo importante per quasi 8 giovani su 10 (78,3%). Solo per il 12% si tratta di un obiettivo che ha "poca" importanza e per il 9,7% non rientra proprio nei propri progetti di vita. Le ragazze attribuiscono più importanza a questo aspetto: per il 48,8%, infatti, risulterebbe "molto" importante, a fronte del 30,3% dei ragazzi. Fra gli intervistati di sesso maschile risulta più elevata la percentuale di chi risponde che è "poco" importante e sono più del doppio rispetto alle giovani donne quelli che non lo ritengono tra i loro obiettivi (il 13,9% contro il 6,4%). Il vissuto familiare dei cosiddetti millennials influisce sulle scelte di vita e sulla relazione di coppia. Infatti, per chi è cresciuto con entrambi i genitori, sposati o conviventi, avere una relazione duratura rientra "molto" tra i propri desideri nella maggior parte dei casi (45,9%). I ragazzi cresciuti con genitori separati o divorziati rispondono prevalentemente "abbastanza" (41,5%) e, nonostante "molto" sia la seconda risposta scelta (30,3%), si assiste in questo caso ad un notevole incremento delle preferenze per "poco" (17,9%). Coloro che sono cresciuti con un solo genitore una relazione duratura resta un obiettivo "abbastanza" (36,7%) o "molto" importante (32,7%), ma non è trascurabile l'indicazione di oltre il 30% per la somma delle risposte "poco" e "per niente".

Vita di coppia appagante anche senza figli per quasi 7 giovani su 10 (67,6%). La presenza dei figli in una coppia non sembra essere particolarmente importante per i giovani che, posti di fronte alla domanda 'Secondo te la vita di coppia può essere pienamente appagante anche senza figli?', rispondono nel 45,6% dei casi che puo' essere "abbastanza" appagante e nel 22% che può essere "molto" appagante. Sono, invece, meno di un terzo, il 32,4%, i ragazzi che considerano la presenza dei figli indispensabile per una vita di coppia soddisfacente.

LA CARRIERA CONTA PER LE GIOVANI DONNE - Oltre 7 donne su 10 (74%) non ritengono giusto rinunciare alla carriera per i figli. Più della metà dei ragazzi ritiene che sia opportuno che entrambi i partner lavorino (53,3%); quasi 3 su 10 (28,7%) affermano che, se la condizione economica lo consente, uno qualsiasi dei due partner può anche non lavorare, non facendo nessuna distinzione di genere; mentre solo il 18% pensa che, se la situazione economica lo consente, debba essere la donna a rinunciare al lavoro. Sono le ragazze le più convinte che in una coppia sia opportuno, in ogni caso, che entrambi i partner lavorino (58,8% contro il 46,1% dei ragazzi); e, al contrario, sono meno d'accordo degli uomini sul fatto che debba essere la donna a rinunciare al lavoro, nel caso la condizione economica lo permetta (14,4% contro il 22,6%). A conferma di questa tendenza, secondo la rilevazione dell' Eurispes, la maggior parte dei ragazzi, il 65,8%, e' "per niente" (33,8%) o "poco" (32%) d'accordo che una donna rinunci alla propria carriera per occuparsi dei figli. Il 34,2%, invece, ritiene che sia opportuno rinunciare (26,2% "abbastanza" d'accordo, 8% "molto" d'accordo).

POCO SUCCESSO PER "IL MAMMO" - Anche a ruoli invertiti, ovvero, rispetto all'opportunità che sia l'uomo a dover rinunciare alla carriera per prendersi cura dei figli, la risposta più fornita rimane "per niente" d'accordo con il 39,9% (+6,1% rispetto al caso delle donne); segue "poco" d'accordo con il 32,1%; "abbastanza" con il 21,8%, e "molto d'accordo" con il 6,2% (nel caso delle donne si arrivava all'8%). Tuttavia, si riscontra una differenza significativa nelle risposte del campione maschile rispetto a quelle date nella precedente domanda. Il 44,2% dei maschi, infatti, non è "per niente" opportuno che un uomo rinunci alla propria carriera per curare i figli (nel caso delle donne era il 27,1% con una differenza di 17 punti percentuali). Fra le ragazze, questa percentuale si ferma al 36,5%.

FATTORE 'SOLDI' - Lo status economico è importante per quasi un terzo e i maschi risultano più "venali" delle donne. Nella scelta del partner, la componente economica influisce "abbastanza" per un quarto degli intervistati (24,6%) e "molto" per il 7%. Ma per la netta maggioranza (68,4%) gli aspetti economici hanno "per niente" valore (39,7%) e "poco" valore (28,7%). Per i ragazzi la componente economica è influente in misura maggiore rispetto a quanto avviene per le donne, con una differenza di 6,5 punti percentuali (35,2% contro il 28,7%%).

AMORE E INTERESSI, PER I PIU' GIOVANI - Fra i più giovani l'aspetto economico ha un peso maggiore sulla scelta del partner: è cosi' per il 33,6% di quanti hanno un'eta' compresa tra i 18 e i 24 anni a fronte del 29,7% dei 25-30enni. Frequentare un partner che possiede uno status socio-economico diverso dal proprio non è soddisfacente per il 14,8% dei giovani; 1 su 5 pensa che sia soddisfacente solo se il partner è di status maggiore, il 2,7%, invece, pensa lo sia se il partner è di status minore. Ma per la grande maggioranza (62,4%), non si tratta di un aspetto rilevante. Le ragazze sono più convinte dei ragazzi che la differenza di status socio-economico non sia un aspetto rilevante nel determinare il grado di soddisfazione di un rapporto (65,5% delle femmine contro il 58,4% dei maschi).

UN 'PASSATO INGOMBRANTE' (SOLO PER LE DONNE) - Se una donna ha avuto più di 20 partner è accettabile per il 52,7% del campione; la percentuale sale di 10 punti se ad aver avuto più di 20 partner è l'uomo.

MRS ROBINSON? NON PER TUTTI - Sul fronte anagrafico, invece, per 1 su 5 la coppia può avere successo solo se è l'uomo ad essere più grande. La metà dei ragazzi italiani, infatti, crede nella stabilità di una relazione sentimentale tra due partner che hanno una notevole differenza di età, sia nel caso in cui sia l'uomo ad essere piu' grande, sia nel caso in cui sia più grande la donna (49,3%). Tuttavia, oltre un quarto (26,9%), ritiene, invece, che non si tratterebbe di una relazione soddisfacente e duratura. Secondo uno su cinque (20,1%) la relazione può avere successo solo se è più grande l'uomo; mentre solo il 3,7% pensa che la coppia possa essere stabilmente felice se ad essere più grande è la donna. Per le ragazze, rispetto ai ragazzi, la differenza di età riveste un ruolo meno importante nella buona riuscita di una relazione sentimentale: più della meta' (52,5%) afferma che possa durare indifferentemente da chi sia più grande.

AMICIZIA UOMO DONNA - E sull'eterno quesito sull'amicizia tra uomo e donna? Impossibile o molto rara per quasi la metà dei giovani. Secondo la metà dei millennials può esistere l'amicizia tra uomo e donna senza che il sentimento si trasformi in qualcosa di diverso che implichi un coinvolgimento sentimentale o sessuale (50,6%). Ma uno su dieci (9,7%) lo ritiene "impossibile" e quasi 4 su 10 credono che sia "molto raro" (39,7%). A dispetto di queste risposte, però, dalla rilevazione dell' Eurispes emerge che, alla domanda diretta "Hai un rapporto di vera amicizia con una persona dell'altro sesso?", 7 su 10 rispondono affermativamente (71%).

TRADIMENTI - Non poteva mancare il capitolo su tradimenti e tabu': piu' della metà ha avuto rapporti sessuali con ex partner. Quando il partner tradisce, quasi 3 giovani su 10 (32,3%) sicuramente interromperebbero la relazione; il 37,3% lo farebbe "probabilmente". Circa uno su 10, invece, afferma che probabilmente non chiuderebbe la storia e solo il 3,2% "sicuramente" proseguirebbe la relazione. Ben il 17,3% non sa fornire una risposta in merito. Capita spesso che la fine di una relazione non sia definitiva, ma che porti con sè degli strascichi e che i due ex partner continuino a vedersi o ad avere rapporti sessuali anche dopo essersi lasciati.

L'INVADENZA DI MAMMA' - In quasi 3 casi su 10 i genitori tentano di influenzare le scelte sentimentali dei figli. Nel capitolo relativo alle 'pressioni' dei genitori in campo sentimentale, il 46,5% non la avverte affatto, il 24,2% "poco". Ma, circa 1 giovane su 5 (19,9%) ritiene che i genitori cercano o hanno cercato di influenzare "abbastanza" le proprie scelte sentimentali ed il 9,4% pensa che lo facciano "molto". In particolare, sono i giovani provenienti dal Nord-Est a soffrire di più i tentativi dei genitori di influire sulle loro scelte sentimentali: in questo caso e' il 36,1% del campione ad indicare la risposta "abbastanza" ed il 16,5% "molto".

TEMI ETICI E CIVILI - Millennials a favore delle leggi che riconoscano i diritti sui temi etici: divorzio, aborto, unioni civili e adozione da parte degli omosessuali vengono viste come "conquiste sociali", anche se in percentuale più dalle donne che dagli uomini. Il divorzio è visto come una conquista sociale dal 93,9% degli intervistati (in particolare dal 95,8% delle ragazze e dal 91,6% dei ragazzi); la legalizzazione dell'aborto e l'approvazione di un decreto anti femminicidio dal'86% (rispettivamente 88,5% delle ragazze e 92,6% dei ragazzi; e 92,3% delle donne e 77,4% degli uomini). Il congedo parentale per entrambi i genitori raggiunge l'83,7% dei consensi (87,8% delle donne contro il 78,4% degli uomini); il riconoscimento delle unioni civili rappresenta una conquista per quasi 8 su 10 (78,2%, in particolare per l'82,5% delle donne e il 72,6% degli uomini).

IL CORTEGGIAMENTO - È l'uomo a dover fare il primo passo nel corso del corteggiamento? I giovani si dividono a metà. Il 50,8% è per il "molto" (16,3%) o "abbastanza" (34,5%) d'accordo con questa posizione; al contrario, il 49,2% la pensa in modo diverso. Sono i giovanissimi (18-24 anni), più dei 25-30enni a ritenere che debba essere l'uomo a dichiararsi: il 36,5% è "abbastanza" d'accordo (contro il 32,7%), il 17,6% è molto d'accordo (contro il 15,2%).