Venerdì 19 Aprile 2024

"I nostri militari sono sovrappeso". La Difesa mette i soldati a dieta

Circolare ministeriale in arrivo: "Preservare l'idoneità fisica"

Il soldato 'Palla di lardo' in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick

Il soldato 'Palla di lardo' in Full Metal Jacket di Stanley Kubrick

Roma, 24 novembre 2018 - Negli Stati Uniti, dove quest’anno l’esercito mancherà gli obiettivi di assunzione previsti con un deficit di circa 6.500 soldati, è stato definito un problema di sicurezza nazionale. Se il mantenimento della forma fisica è, per i militari, un requisito fondamentale per l’idoneità al servizio, il dilagare dell’obesità all’interno dell'Esercito è tema di dibattito anche nel nostro Paese dove, attualmente, è stata annunciata una direttiva in materia valida per tutte le forze armate.

Il primo a sollevare la questione è stato lo Stato Maggiore dell’Esercito, approvando una circolare in materia che ha suscitato non pochi malumori tanto da essere stata recentemente sospesa dal ministero della Difesa. Per i soldati veniva imposto un limite di Imc (indice di massa corporea) pari al 30 per cento per gli uomini e al 28 per le donne, fissando come soglia massima il confine con l’obesità. Un calcolo effettuato – come si legge in una nota dell’ottobre dello scorso anno, firmata dall’allora Sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano – «tenendo conto di screening clinici e strumentali al fine di escludere i casi in cui l’elevato valore dell’Imc derivi da una struttura muscolare particolarmente sviluppata e non da un eccesso di tessuto adiposo».

I militari a cui venivano riscontrati valori superiori all’indice consentito dovevano sottoporsi a un protocollo semestrale che, attraverso la prescrizione di un regime dietetico adeguato e di un programma di attività fisica personalizzato, consentisse il calo di un punto di Imc (che corrisponde a circa 3-5 chilogrammi) entro i sei mesi. Durante ‘la dieta’ il personale, pur continuando a prestare regolare servizio, veniva escluso dall’impiego in operazioni e dell’effettuazione delle prove di efficienza operativa. Una remise en forme che se inefficace obbligava il militare sovrappeso a un periodo di ‘convalescenza’ fino al rientro nei valori previsti.

Misure che, essendo applicate solo all’Esercito, creavano una disparità di trattamento tra gli appartenenti alle diverse Forze armate. Per tale motivo, lo scorso 12 novembre, il capo del gabinetto del ministro della Difesa, Pietro Serino, ha chiesto allo Stato Maggiore della Difesa di emanare una direttiva per le Forze armate e l’Arma dei Carabinieri volta a uniformare a livello interforze il trattamento dei casi di eccesso ponderale del personale.

«Non sarà un provvedimento-capestro – fanno sapere dal ministero della Difesa – ma si tratterà dell’individuazione di un percorso guidato che consenta di tenere conto anche dell’età e dell’incarico ricoperto». Accolta favorevolmente dal Cocer, organo di rappresentanza delle Forza armate, la nuova circolare diversificherà i criteri applicativi in base alle diverse situazioni, anagrafiche e operative, del personale, prevedendo un percorso graduale per i militari coinvolti limitando la possibilità di un congedo per inidoneità.