Gianni Morandi e Sinisa Mihajlovic

Bologna, 17 dicembre 2022 - "Sono qui, in mezzo a tanti giovani cantanti pieni di entusiasmo e di vita. E mi è caduto un macigno sul cuore". Voci e suoni di sottofondo, prove tecniche di ‘Sanremo Giovani’, la kermesse canora che ieri sera, dal palco del teatro del Casinò di Sanremo, ha richiamato alla memoria un’immagine felice di Mihajlovic a Sanremo, quando nell’edizione 2021 del Festival Sinisa salì sul palco e improvvisò un duetto con Zlatan Ibrahimovic. Gianni Morandi al telefono parla con un filo di voce, lui che di Sinisa è stato un compagno di viaggio fedele fin da quel novembre 2008 in cui al tecnico serbo il Bologna affidò la panchina. E lì scoccò l’amicizia.  Morandi, chi era il Mihajlovic che oggi lei piange? "Un amico vero. Un uomo che avevo conosciuto quattordici anni fa, quando per la prima volta Sinisa venne a Bologna, e con il quale nel tempo avevo costruito un rapporto solido: quando ci si vedeva erano sempre bei momenti. E oggi li rivedo tutti". Specie quelli degli ultimi tre anni e mezzo, segnati dalla malattia. "Non dimenticherò mai la festa del novembre scorso per celebrare i due anni trascorsi dal trapianto: i due anni di quella che lui chiamava la sua seconda vita". Interrotta troppo presto. "Non si può morire a cinquantatré anni. Per me è un dolore enorme, una notizia che non avrei mai voluto ricevere: anche perché ho sempre pensato che avrebbe vinto anche questa battaglia". E invece le cose sono precipitate negli ultimi giorni. "Sapevo che non stava bene, ma che potesse succedere tutto in modo così improvviso non me lo aspettavo. Di recente lo avevo sentito al telefono: mi aveva trasmesso la solita voglia di combattere, che deve averlo accompagnato fino all’ultimo". Che era l’uomo Sinisa? "Un uomo vero, che non usava mezze parole per dirti le cose. E poi era un nemico dell’ipocrisia: diceva sempre quello che pensava. Ascoltarlo era un piacere: sapeva tanto di calcio e di vita". Oggi è quasi riduttivo ricordare il campione che è stato sul campo. "Però è inevitabile: le sue punizioni da calciatore ci hanno fatto divertire. E anche negli ultimi anni, quando la malattia gli dava tregua, lui si divertiva ancora a calciarle in allenamento". Lei volle essere presente alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria nel novembre 2021, quando Mihajlovic diventò a tutti gli effetti un bolognese. "Ci tenevo e quella volta lo vidi molto emozionato. È una cittadinanza onoraria che ha meritato fino in fondo, per tutto quello che ha fatto dentro e fuori dal campo. Sinisa a Bologna ha dato tanto e la città altrettanto gli ha restituito, in termini di affetto e di cure sanitarie. Lui di questo era pienamente consapevole". Che cosa porterà con sé di Mihajlovic? "Il ricordo di un uomo coraggioso e generoso, dal cuore grande: conoscerlo e trascorrere insieme tanti momenti per me è stato un grande regalo. Ed è stato bello anche conoscere e frequentare la sua bellissima famiglia, attorno a cui in questo momento mi stringo". Momento difficile in un giorno che doveva essere di festa. "Sono a Sanremo insieme alle giovani promesse della canzone che si giocano l’accesso al Festival di febbraio, e dietro le quinte c’era un clima bellissimo. Poi è piombata questa notizia e in tutti è calata una grande tristezza. Soprattutto in Amadeus, che aveva voluto Sinisa a Sanremo nel 2021. Anche lui è senza parole". E ieri Amadeus ha deciso di dedicare la serata di Sanremo proprio a Mihajlovic.

Cronaca

Bologna, 17&nbsp;dicembre 2022 - "Sono qui, in mezzo a tanti giovani cantanti pieni di entusiasmo e di vita. E mi è caduto un macigno sul cuore". Voci e suoni di sottofondo, prove tecniche di ‘Sanremo Giovani’, la kermesse canora che ieri sera, dal palco del teatro del Casinò di Sanremo, ha richiamato alla memoria un’immagine felice di Mihajlovic a Sanremo, quando nell’edizione 2021 del Festival Sinisa salì sul palco e improvvisò un duetto con Zlatan Ibrahimovic. Gianni Morandi al telefono parla con un filo di voce, lui che di Sinisa è stato un compagno di viaggio fedele fin da quel novembre 2008 in cui al tecnico serbo il Bologna affidò la panchina. E lì scoccò l’amicizia. 
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Morandi, chi era il Mihajlovic che oggi lei piange? 
"Un amico vero. Un uomo che avevo conosciuto quattordici anni fa, quando per la prima volta Sinisa venne a Bologna, e con il quale nel tempo avevo costruito un rapporto solido: quando ci si vedeva erano sempre bei momenti. E oggi li rivedo tutti". 
Specie quelli degli ultimi tre anni e mezzo, segnati dalla malattia. 
"Non dimenticherò mai la festa del novembre scorso per celebrare i due anni trascorsi dal trapianto: i due anni di quella che lui chiamava la sua seconda vita". 
Interrotta troppo presto. 
"Non si può morire a cinquantatré anni. Per me è un dolore enorme, una notizia che non avrei mai voluto ricevere: anche perché ho sempre pensato che avrebbe vinto anche questa battaglia". 
E invece le cose sono precipitate negli ultimi giorni. 
"Sapevo che non stava bene, ma che potesse succedere tutto in modo così improvviso non me lo aspettavo. Di recente lo avevo sentito al telefono: mi aveva trasmesso la solita voglia di combattere, che deve averlo accompagnato fino all’ultimo". 
Che era l’uomo Sinisa? 
"Un uomo vero, che non usava mezze parole per dirti le cose. E poi era un nemico dell’ipocrisia: diceva sempre quello che pensava. Ascoltarlo era un piacere: sapeva tanto di calcio e di vita". 
Oggi è quasi riduttivo ricordare il campione che è stato sul campo. 
"Però è inevitabile: le sue punizioni da calciatore ci hanno fatto divertire. E anche negli ultimi anni, quando la malattia gli dava tregua, lui si divertiva ancora a calciarle in allenamento". 
Lei volle essere presente alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria nel novembre 2021, quando Mihajlovic diventò a tutti gli effetti un bolognese. 
"Ci tenevo e quella volta lo vidi molto emozionato. È una cittadinanza onoraria che ha meritato fino in fondo, per tutto quello che ha fatto dentro e fuori dal campo. Sinisa a Bologna ha dato tanto e la città altrettanto gli ha restituito, in termini di affetto e di cure sanitarie. Lui di questo era pienamente consapevole". 
Che cosa porterà con sé di Mihajlovic? 
"Il ricordo di un uomo coraggioso e generoso, dal cuore grande: conoscerlo e trascorrere insieme tanti momenti per me è stato un grande regalo. Ed è stato bello anche conoscere e frequentare la sua bellissima famiglia, attorno a cui in questo momento mi stringo". 
Momento difficile in un giorno che doveva essere di festa. 
"Sono a Sanremo insieme alle giovani promesse della canzone che si giocano l’accesso al Festival di febbraio, e dietro le quinte c’era un clima bellissimo. Poi è piombata questa notizia e in tutti è calata una grande tristezza. Soprattutto in Amadeus, che aveva voluto Sinisa a Sanremo nel 2021. Anche lui è senza parole". 
E ieri Amadeus ha deciso di dedicare la serata di Sanremo proprio a Mihajlovic.

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