Migranti, il monito Cei: "La paura non fermi l'accoglienza"

I vescovi: "Immagini come quella di Josepha impediscono di chiudere le frontiere. Salviamo l'umanità dall'imbarbarimento". Conte lancia la proposta di un comitato europeo di crisi Migranti, la testimone-reporter: "Quei morti in mare? Non li ha lasciati la Libia"

Josefa, la donna soccorsa dalla nave della ong Open Arms (Ansa)

Josefa, la donna soccorsa dalla nave della ong Open Arms (Ansa)

Roma, 19 luglio 2018 - Nello scontro acceso sulla questione migranti si fa sentire oggi la Cei, che dedica al tema un'intera nota. L'indirizzo è chiaro: "Rispetto a quanto accade non intendiamo né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi", si legge nella nota della Conferenza Episcopale Italiana, che aggiunge: "Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto". 

Parole dure quelle dei vescovi che invitano "all'impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta, umiliata e calpestata". E' l'unica via "per salvare la nostra stessa umanità dalla volgarità e dall'imbarbarimento". 

L'intervento della Cei arriva due giorni dopo le accuse lanciate dalla ong Proactiva Open Arms contro Libia e governo italiano. Secondo l'organizzazione non governativa, la Guardia costiera di Tripoli avrebbe lasciato annegare una mamma e un bambino perché si rifiutavano di salire sulla motovedetta che li avrebbe riportati nello Stato nordafricano. Accuse che tanto la Libia, quanto Roma rimandano al mittente. 

OPEN_32476126_154637
OPEN_32476126_154637

Nella nota i vescovi fanno riferimento alla foto di Josepha, unica sopravvissuta allo stesso naufragio.  "Gli occhi sbarrati e lo sguardo vitreo di chi si vede sottratto in extremis all'abisso che ha inghiottito altre vite umane sono solo l'ultima immagine di una tragedia alla quale non ci è dato di assuefarci. Ci sentiamo responsabili di questo esercito di poveri, vittime di guerre e fame, di deserti e torture". La loro storia "impedisce di chiudere frontiere e alzare barriere e ci chiede di usare la solidarietà, la giustizia e la pace". 

FICO: SALVARE VITE SEMPRE E COMUNQUE - Dalle istituzioni arriva la risposta di Roberto Fico. "Salvataggio di vite in mare sì, comunque e sempre", sostiene il presidente della Camera che ribadisce di "insistere con l'Europa", perché "l'Italia è un Paese dell'Europa", altrimenti "l'Europa così non ha senso". 

Delle trattative con Bruxelles sulla gestione dell'accoglienza si sta occupando il premier Conte che dalle pagine del Fatto Quotidiano ribadisce la proposta di un comitato di crisi europeo. "Martedì - ha riferito - ho scritto la seconda lettera a Juncker e Tusk per chiedere che quel che è avvenuto domenica (la suddivisione dei migranti fra i paesi Ue - ndr) diventi una prassi, affidata non più alle nostre telefonate ai partner, ma a un gabinetto o comitato di crisi sotto l'egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i vari governi".

Una portavoce della Commissione Ue conferma che il messaggio è stato ricevuto e che la Commissione "risponderà presto" alle missive. "Condividiamo - ha detto - il senso di urgenza dell'Italia e siamo impegnati e determinati e dare seguito alle conclusioni del Consiglio europeo".