Migranti sbarcati a Pozzallo. I minori non accompagnati sono 128

Palazzo Chigi: "Per la prima volta possiamo dire che sono sbarcati in Europa". Salvini: "Rendere Libia porto sicuro". Ue: "Italia ha ragione su cooperazione, ma nessuno sbarco in Libia". Fico: "Bisogna essere duri con l'Europa"

Migranti, lo sbarco a Pozzallo (Ansa)

Migranti, lo sbarco a Pozzallo (Ansa)

Pozzallo, 16 luglio 2018 - Sono sbarcati nella notte a Pozzallo i 450 migranti a bordo delle due navi di Frontex e Guardia di finanza, i pattugliatori Protector e Monte Sperone. A bordo erano rimaste circa 380 persone dopo che nella giornata di ieri il premier Giuseppe Conte aveva autorizzato lo sbarco di donne e bambini (ne erano scese circa una cinquantina) più alcuni uomini per evitare di dividere le famiglie. Il via libera è arrivato ieri in tarda serata dal Viminale dopo l'impegno di Malta, Francia, Germania, Spagna e Portogallo ad accogliere 50 migranti ciascuno. A questi si potrebbe aggiungere il Belgio, intanto oggi anche l'Irlanda si è detta pronta ad accoglierne 20. "E' una vittoria politica", ha commentato il vicepremier ministro dell'interno, Matteo Salvini. Le operazioni sono iniziate intorno alle 2 e sono terminate all'alba.

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"Oggi per la prima volta possiamo dire che sono sbarcati in Europa", commentano fonti di Palazzo Chigi. I migranti, riferiscono le stesse fonti, "riceveranno tutta l'assistenza necessaria in attesa che avvenga la ripartizione con gli altri Paesi europei". Ma per l'Unhcr Italia lo sbarco a Pozzallo mette fine a "una sofferenza prolungata e ingiusta". Lo scrive l'agenzia dell'Onu per i rifugiati su Twitter, e indica le due costanti dello sbarco avvenuto nell'arco di due giorni: "1. Il sorriso che accoglie, sia del nostro team che di tutti gli altri operatori impegnati in turni diurni e notturni; 2. I corpi esili, i volti emaciati. Frutto di una sofferenza prolungata e ingiusta".

I MIGRANTI - I migranti sbarcati sono in tutto 447. Tra questi ci sono 128 minori non accompagnati, 3 minori accompagnati, 44 donne e 272 uomini. Sul totale, 291 proverrebbero dall'Eritrea e 92 dalla Somalia. Altri migranti vengono da Nigeria, Bangladesh, Algeria, Libia, Siria, Egitto. Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna ha chiesto un incontro con Salvini: "Con questo sbarco - ha detto - la consolidata capacità organizzativa è stata messa a dura prova. Si rende opportuno, un celere incontro con il ministro Salvini". Il primo cittadino ha spiegato: "Si tratta di discutere e approntare ogni dettaglio per il futuro, al fine di evitare possibili errori che potrebbero compromettere un lavoro certosino che viene effettuato da anni avendo cura nei minimi dettagli. Una vittoria dell'Italia tutta e dell'Europa la decisione di fare sbarcare questi migranti per questo sento il dovere di ringraziare il ministro Salvini con tutto il suo staff, il prefetto di Ragusa e quanti operano per l'accoglienza all'hotspot di Pozzallo".

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NELL'HOTSPOT - I migranti arrivati nell'hotspot sono stati visitati. "Tantissimi casi di scabbia, donne denutrite, molte persone disidratate. Non è un quadro clinico idilliaco ma neanche drammatico", spiega il medico Khosrow Mansour Sohani, di origini egiziane, da anni in Italia. "Ho lavorato tutta la notte - dice il medico - perché nel centro sono arrivati i migranti a singhiozzo provenienti dalle due navi. Prima in tarda serata le donne e i bambini della nave Monte Sperone, poi gli uomini della Protector e infine gli uomini della nave della Gdf. Non c'è stato un attimo di pausa ma abbiamo affrontato bene l'emergenza".

SALVINI: LIBIA PORTO SICURO - Intanto il ministro dell'Interno Matteo Salvini dalla Russia, Dove è andato per assistere alla finale dei mondiali e dove ha poi incontrato i rappresentanti del Consiglio per la sicurezza nazionale della Federazione russa, torna a ribadire il suo no alle ong. "Ci sono due barche di Ong, che stanno rientrando in acque libiche, in attesa di esseri umani ed è evidente la complicità con il business dello scafismo. Queste navi non attraccheranno in Italia". Il ministro aggiunge poi: "Dobbiamo cambiare la normativa e rendere i porti libici porti sicuri. C'è questa ipocrisia di fondo in Europa in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia Costiera ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro. È un bipolarismo europeo che va superato".

L'UE DICE NO - Ma l'Europa risponde subito, tramite una portavoce della Commissione: "Nessuna operazione europea o nave europea fa sbarchi in Libia perché noi non consideriamo la Libia un porto sicuro". Su Twitter la contro replica di Salvini: "L'Unione europea vuole continuare ad agevolare il lavoro sporco degli scafisti? Non lo farà in mio nome. O si cambia o saremo costretti a muoverci da soli". 

Quanto allo sbarco, "la Commissione accoglie con favore che entrambe le navi the Protector e Monte Sperone siano sbarcate a Pozzallo e ciò è stato possibile grazie a 6 stati membri Ue che hanno deciso di accogliere condividere migranti, tra cui Italia, Francia, Germania, Malta, Spagna e Portogallo", ha detto il portavoce della Commissione Ue Schinas. "L'Italia chiede da tempo una cooperazione regionale sugli sbarchi e ha ragione a chiederlo, la Commissione crede che soluzioni ad hoc non siano sostenibili a lungo termine e chiede una nuova spinta sulla base del Consiglio europeo".

FICO: DURI CON L'EUROPA - Interviene anche il presidente dellla Camera Roberto Fico. "Nel momento in cui arrivano le quote e la solidarietà, i paesi di Visegrad sono messi in minoranza", dice dopo le parole dure di ieri della Repubblica Ceca che aveva stigmatizzato la richiesta dell'italia ai Paesi Ue di occuparsi dei 450 migranti in mare, defonendola "la strada verso l'inferno". Fico ribadisce che "è importante tutelare e salvare tutte le persone a bordo delle navi, come è stato fatto ieri, garantendo qualsiasi tipo di servizio", ma allo stesso "bisogna essere molto duri con l'Europa, perché c'è stato un lavarsene le mani troppo grande in questi anni". Il presidente della Camera torna a chiedere "un piano ordinato e organizzato di quote", perché "i flussi migratori non si fermeranno mai" e "chi non vuole le quote, come i paesi di Visegrad, non vuole comprendere cosa sta succedendo nel mondo". Per Fico, quindi, è "inutile mettere muri alla Trump, bisogna gestire i flussi".

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