Migranti, sbarcano in 500 al porto a Pozzallo

Caos sbarchi, approdata in serata Nave Diciotti con un carico umano frutto di vari soccorsi da parte della Guardia costiera. Il sindaco: noi avvisati in ritardo, chiedo un incontro con il ministro Salvini

Nave Diciotti in porto a Pozzallo, a bordo mezzo migliaio di migranti (Ansa)

Nave Diciotti in porto a Pozzallo, a bordo mezzo migliaio di migranti (Ansa)

Ragusa, 19 giugno 2018 - È entrata in porto a Pozzallo in serata Diciotti, nave della Guardia Costiera con oltre mezzo migliaio di migranti raccolti nel corso di varie operazioni di soccorso nel Mediterraneo. A bordo anche un cadavere e 42 profughi, tratti in salvo dalla nave Trenton della Marina Militare Usa, intervenuta dopo il naufragio di un natante avvenuto davanti alle coste libiche in cui risultano disperse 12 persone. “Sono stanchi e provati dal lungo tragitto in mare, con condizioni meteo alterne”, ha affermato un soccorritore. La maggioranza sono donne, poi bambini, adolescenti, molti dei quali non accompagnati, e uomini adulti.

Da parte sua il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, lamenta un carenza infomativa: “abbiamo saputo dello sbarco alle 13,55 – ha affermato il primo cittadino – ci vuole sinergia e collaborazione per affrontare queste situazioni. Chiederò un incontro al più presto con il ministro Matteo Salvini. "L’Italia è stata lasciata sola, occorre una strategia comune, ma con questi poveri cristi in giro su una nave militare italiana da una settimana non è che abbiamo fatto un bella figura”, aggiunge Ammatuna.

Intanto in Libia si registra l’ennesima tragedia nel Mediterraneo. La Guardia costiera libica ha soccorso un gommone che imbarcava acqua a otto miglia a nord di Mellitah, ha potuto salvare 115 migranti, tra cui due bambini e 22 donne, nulla da fare per altre cinque persone, tre donne e due uomini, i cui cadaveri sono stati ripescati. I migranti provenivano da Paesi africani tranne quattro pachistani. I superstiti, riferiscono fonti ufficiali libiche, sono arrivati alla base navale di Tripoli dove hanno ricevuto aiuto umanitario e sanitario prima di essere consegnati all’organismo per la lotta all’immigrazione clandestina, centro di accoglienza di Tariq Al-Sekka.