Migranti positivi al Covid, quarantena negli ospedali militari. I primi 13 al Celio

Trasferiti i positivi di Roccella Jonica. Il Viminale: nuovo bando per il noleggio di navi. Sbarchi: a Pozzallo 60 profughi, di cui 11 positivi al Coronavirus (ma asintomatici)

Tamponi a migranti a bordo della Nave Ocean Viking (Ansa)

Tamponi a migranti a bordo della Nave Ocean Viking (Ansa)

Palermo, 14 luglio 2020 - Altri 11 migranti positivi al coronavirus sono stati trovati tra gli oltre 60 asiatici approdato ieri a Pozzallo. Il test del tampone condotto dal personale sanitario dell'Asp di Ragusa ha scoperto gli undici, tutti asintomatici, che sono già stati posti in quarantena presso una struttura individuata dalla prefettura siciliana. I test sierologici sull'intero gruppo aveva individuato 19 soggetti positivi, poi il tampone ne ha confermatoi undici.

Coronavirus Italia, il bollettino di oggi, 14 luglio

Intanto si discute dove sistemarli, e oltre all'ipotesi delle navi quarantena (che incontra difficoltà perché il bando è andato deserto) è emersa oggi l'idea di trasferire i positivi negli ospedali militari: e i primi hanno come destinazione il Celio di Roma.

Le navi quarantena

Dopo le pressanti richieste dei governatori - fa sapere il Viminale - è stato pubblicato un nuovo avviso per la presentazione di manifestazioni di interesse per il noleggio di navi da adibire a strutture provvisorie per l'assistenza e la sorveglianza sanitaria di migranti soccorsi in mare o giunti sul territorio nazionale a seguito di sbarchi autonomi.  Il ministero dell'Interno informa anche che "questa procedura di urgenza, che prevede la presentazione delle offerte entro le ore 24 del 16 luglio 2020, si è resa necessaria dopo che la precedente gara era andata deserta".

Ospedali militari per i positivi

Continua a essere rivolta "la massima attenzione per la tutela della sicurezza sanitaria dei cittadini in particolare in quelle regioni, come la Sicilia e la Calabria, che in questo momento sono più esposte agli sbarchi autonomi dei migranti", fa inoltre sapere il Viminale informando di aver "rafforzato i dispositivi di sorveglianza per quel che riguarda anche le strutture di accoglienza locali, prevedendo, ove necessario, il trasferimento dei migranti sottoposti a quarantena in ospedali militari in collaborazione con il ministero della Difesa".

Al Celio i 13 asintomatici

Una decisione che ha già il suo effetto pratico: oggi vengono trasferiti all'ospedale militare Celio di Roma i 13 migranti positivi al Covid-19 che erano stati spostati in una struttura di Amantea dopo l'arrivo, sabato scorso, a Roccella Ionica (Reggio Calabria). I 13 facevano parte di un gruppo di 70 Bengalesi che dopo lo sbarco sono stati suddivisi in varie località calabresi. 24, tra i quali i 13 positivi, erano andati ad Amantea provocando la protesta di alcuni abitanti che domenica hanno bloccato la statale 18 minacciando di rifarlo se non fossero stati trasferiti. Gli altri migranti restano ad Amantea.   Immediata la reazione di Jole Santelli, presidente della Regione Calabria: "Apprezzo il gesto del Viminale sulla vicenda di Amantea - dice - ma come sa perfettamente il ministro Lamorgese il problema rimane. Per contrastare il pericolo di diffusione del Covid-19 occorrono unità navali destinate all'assistenza e alla sicurezza sanitaria dei migranti. Pertanto, in una fase emergenziale come quella attuale, è necessario monitorare le coste calabresi ed evitare gli sbarchi". 

La polemica dei governatori

In Italia la polemica sui positivi scesi dai barconi dei migranti è esplosa da giorni. Dopo i 28 positivi, tutti maschi e di nazionalità pakistana, completamente asintomatici, sbarcati sabato a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, i cittadini avvevano bloccato la strada e la presidente della Regione Jole Santelli minacciava il divieto di sbarco sulle coste calabresi. Il governo aveva però riportato la calma rendendo noto che si valutava l'ipotesi di utilizzare per le quarantene delle navi ad hoc, dove controllare i migranti in arrivo e isolare eventuali positivi. 

Duro il commento di Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia sul caso di Pozzallo: "Undici positivi tra i 66 sbarcati ieri a Pozzallo. Sono di nazionalità pakistana. Ovviamente la Regione dopo avere effettuato su tutti i migranti il test sierologico, ha testato con il tampone i casi di positività rilevata dalla presenza di anticorpi. Continua ad emergere un quadro sconfortante nel quale si erge il silenzio del ministero dell'Interno. Ciò mi impone di adottare in giornata una ordinanza. Inutile dire che se a largo di Pozzallo fosse stata individuata una nave per la quarantena - come invano richiediamo da settimane - queste persone non sarebbero mai sbarcate fino alla conclamata negatività. Stanno giocando con il fuoco!".

Intanto in Sicilia, in vista di altri possibili sbarchi di positivi, è stata trasferita da Palermo a Lampedusa la macchina per l'analisi rapida dei tamponi rinofaringei. La strumentazione, in uso ai sanitari dell'Asp di Palermo da cui dipende l'assistenza sanitaria delle Pelagie, verrà adoperata per i test sui migranti che approdano nell'isola. 

Migranti in diffficoltà.  Alarm phone su Twitter lancia l'allarme per  57 persone che sarebbero in pericolo nel Mediterraneo. "MoonBird ha avvistato di nuovo la barca in pericolo. La @guardiacostiera non c'era più e non le ha soccorse. Perché queste persone sono state lasciate in pericolo di vita? Abbiamo perso i contatti. Le guardie costiere devono  coordinare un'operazione di soccorso adesso!".