Giovedì 18 Aprile 2024

Migranti, 'passeur' di confine: "Io, trafficante di disperati"

Tra i 150 e i 500 euro a persona per arrivare in Francia. Le parole del contrabbandiere: "Gli italiani non sono un problema, non controllano. I francesi sì, stanno attenti" Migranti, 'passeur' di confine: "Io, trafficante di disperati" Migranti, videoreportage dal 'passo della morte'. L'Europa sfregiata al confine francese

Il 'passeur' che organizza il trasporto clandestino attraverso il confine (Germogli)

Il 'passeur' che organizza il trasporto clandestino attraverso il confine (Germogli)

Ventimiglia, 16 ottobre 2018 - I nomi ai contrabbandieri non si chiedono mai. Tanto non te lo darebbero, o te lo darebbero falso. Il più delle volte non ti dicono neppure che sono loro, e parlano di un altro. "Ma non è che sei un poliziotto? Che ne so io, magari poi crei un problema". Così il colloquio nei pressi della stazione di Ventimiglia avviene in terza persona. L’italiano è quello che è, il resto un po’ in francese o in inglese.

Migranti, 'passeur' di confine: "Io, trafficante di disperati"

È da Ventimiglia che, attraverso il Col de la mort, i migranti cercano di passare in Francia. Ma il passo è pericoloso, e quindi molti si rivolgono ai contrabbandieri di uomini. "I passeur vogliono sui 150 euro a persona. C’è chi chiede anche di più, anche 4 o 500, chi non si limita ad accompagnare, ma ospita per qualche giorno le persone in attesa di andare di là. Tanti? Il rischio è alto". I passeur sono la versione continentale degli scafisti, migranti tali e quali agli altri che arrivati qui per un certo periodo si fermano e si "specializzano". Si resta un po’ di tempo per far dei soldi e poi via, è troppo pericoloso". Solo qualche giorno fa la polizia di Ventimiglia ne ha arrestati otto. Un mestiere più pericoloso ancora del Col de la mort.

"Senza uno che conosce i sentieri non è possibile svalicare in Francia. Anche perché i viottoli più vicini al mare sono i più battuti dalla Gendarmerie e siccome sono vicino agli strapiombi sopra Mentone sono anche i più fatali. Basta poco per finire fuori dal tracciato e sei fregato". Allora per camminare sicuri, chi arriva si serve di qualcuno che sa dove andare. "Per avere più probabilità di non essere presi bisogna cambiare sempre, non fare la stessa strada. Gli italiani, no, quelli non sono un problema. Loro non controllano il bosco e i sentieri perché in fin dei conti non vedono l’ora che passino di là, ma i francesi stanno attenti". A metà costa, subito dopo il Col de la mort ci sono dei gabbiotti, e probabilmente per controllare il passaggio i francesi si servono anche di qualche strumento di rilevazioni dall’alto. "Hanno i droni".

Di sicuro a metà mattina c’è sempre un elicottero che volteggia e controlla. Anche perché, a differenza di quello italiano, il tratto francese è scoperto, solo pietre e arbusti bassi. "Infatti, specie in certi periodi, si preferisce andare di notte. È più pericoloso, ma è più difficile essere visti". Da che mondo è mondo è la notte l’ora del contrabbandiere. La luce, come per un animale selvatico che vuole sfuggire ai predatori, è un’insidia. "Una volta arrivati in Francia, i sentieri si dividono diventando una specie di rete e solo alcuni sono buoni. Se non li sai ti perdi". Quelli che passano sono uomini giovani, ma ci sono anche donne e a volte bambini. "Capita di tutto. Devono solo saper camminare bene, non avere ciabatte". Anche per questo gli viene chiesto di cambiarsi. Non serve neppure portare troppe cose, perché poi una volta in Francia si dà più nell’occhio". Anche se poi una volta di là, al passeur non importa poi molto. Lui torna indietro, per un altro carico. Umanità a tempo, furba e disperata, l’una e l’altra.

Ventimiglia, la rete al confine francese