"Aquarius a Malta, cinque paesi accoglieranno i 141 migranti"

La nave di Sos Méditerranée con Medici Senza Frontiere ottiene l'approdo. "La Valletta offre solo scalo tecnico intermedio". Gibilterra revoca allo scafo l’iscrizione al registro

Migranti nel Mediterraneo a bordo di Aquarius (Ansa SOSMedItalia)

Migranti nel Mediterraneo a bordo di Aquarius (Ansa SOSMedItalia)

Malta, 14 agosto 2018 - L’odissea di Aquarius, nel Mediterraneo con 141 migranti a bordo, si conclude per il meglio questa sera a Malta, l’isola che finora aveva puntato i piedi nei confronti dell'arrivo di stranieri irregolari. La mediazione della Ue ha avuto successo. Nel tardo pomeriggio è stata raggiunta un’intesa sulla destinazione finale dei migranti issati a bordo della nave noleggiata da Sos Méditerranée, e gestita con Medici Senza Frontiere. Il premier maltese Muscat incassa una garanzia sostanziale, e così La Valletta rompe gli indugi e concede l’attracco alla onlus che nessuno voleva a mano (anche i governi di Spagna, Francia e Regno Unito, a livello di dichiarazione d'intenti si erano resi indisponibili a concedere un molo tout court).

In cambio Malta dovrà svolgere un ruolo di mero appoggio tecnico, “accorda il permesso di entrare in porto, pur non avendo l’obbligo giuridico di farlo“, ma il carico sarà distribuito altrove. Spagna, Francia, Germania, Lussemburgo e Portogallo sono le destinazioni. I governi hanno accettato di farsi carico di una quota dei chiedenti asilo presenti. Un numero relativamente modesto se confrontato con i volumi che l’Italia da sola (che è fuori da questo giro) ha preso in carico dall’inizio dell’anno. Sono 19.259 gli irregolari sbarcati sulle nostre coste da gennaio a oggi, secondo dati del Viminale, dei quali 12.116 provenienti dalla Libia.

IL VIMINALE. Al momento dell’annuncio dell’accordo, Aquarius era ferma al largo nel Mediterraneo centrale, da 48 ore in attesa di ricevere semaforo verde, essendo stati respinti da tutti gli interlocutori interpellati volta per volta. Esprime soddisfazione il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per la soluzione adottata nella circostanza: “Posso ribadire che l’Italia ha accolto più di 700 mila immigrati sbarcati negli ultimi anni. Abbiamo già dato. I nostri porti sono ora chiusi - ha spiegato il titolare del Viminale - ma i nostri cuori sono aperti per aiutare questi ragazzi a non scappare da casa loro". E ancora "Aquarius attraccherà a Malta, e gli immigrati verranno suddivisi su altri Paesi europei. Finalmente! Era ora. L’Italia non poteva continuare a essere il campo profughi di tutta Europa. Evidentemente il no, il coraggio e la determinazione di questo governo, sono serviti a svegliare l’Europa”.

L'ELISEO. “Nessuna alternativa alla cooperazione: queste le parole del presidente francese Emmanuel Macron a commento dell’accordo per la nave Aquarius. “Cooperazione europea concreta sull’Aquarius, su iniziativa franco-maltese. Ringrazio Malta per il suo gesto umanitario e le assicuro la totale solidarietà della Francia. Non c’è alternativa alla cooperazione“.

LA VALLETTA. "Continueremo a lavorare anche con il premier spagnolo Pedro Sanchez sull’immigrazione e su molte altre questioni, grazie a lui per la sua importante collaborazione su Aquarius. Malta e Spagna hanno obiettivi comuni per l’Europa e per il Mediterraneo”. Lo ha scritto su Twitter il premier maltese, Joseph Muscat.

AMNESTY. “Accogliamo con favore l’annuncio sullo sbarco di Aquarius, seguito dalla condivisione di responsabilità di altri governi europei. Ma i salvataggi negoziati singolarmente volta per volta mettono alla prova i soccorritori, espongono a rischi tante vite umane. Per questo vogliamo un sistema di ricerca e soccorso affidabile”. Così Amnesty International, dopo l’annuncio del governo di Malta sul permesso alla nave di attraccare, e sull’accordo negoziato con l'Eliseo per la ripartizione dei migranti tra vari Paesi europei.

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MEDECINS SANS FRONTIERES. Le persone soccorse nell’ultima operazione della nave Aquarius “sono tutte vulnerabili, per il trattamento subito in Libia, dove alcuni sono stati detenuti per oltre tre anni, o per le esperienze fatte nei Paesi di origine prima della partenza”. Così ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, responsabile affari umanitari di Medici senza Frontiere - Paesi Bassi, durante la conferenza stampa organizzata oggi a Parigi dalle ong francesi attive sul caso. Sahraoui esprimeva preoccupazione per la loro condizione: “molti sono malnutriti e disidratati”.

FASE DI STALLO. Delle 141 persone a bordo di Aquarius, 67 sono minori non accompagnati, un terzo sono donne, 50 sono cittadini eritrei e 55 somali. Al momento della conferenza, quando ancora non c'era convergenza di vedute sulla soluzione, la nave della ong francesce era in una posizione equidistante tra l’Italia e Malta, a 50 miglia marittime, 4 ore di navigazione. Una collocazione che forse non a caso dava un significato simbolico allo stand-by: questa volta, sembrava voler dire Sos Mediterranee con questo atteggiamento, non ci muoviamo da qui, e non siamo disponibili a riparare a Marsiglia o in qualche altro porto ancora più lontano.

GIBILTERRA REVOCA. Resta il fatto che Gibilterra ha confermato la decisione di ritirare la sua bandiera dalla nave Aquarius, dopo aver chiesto inutilmente all’ong di abbandonare le attività di salvataggio, per le quali non è stata omologata. La nave, di proprietà di un armatore tedesco, nel 2009 era stata registrata a Gibilterra. Dal 2016 era stata noleggiata da Sos Mediterranee e Médecins sans Frontières per essere riconvertita in attività di recupero di persone in mare, hanno spiegato le autorità del territorio britannico d’oltremare, aggiungendo di aver “invitato l’Aquarius a sospendere le operazioni di questo tipo nel giugno-luglio 2018“. Nel registro navale Aquarius risulta iscritta come “search and rescue vessel”, ma per l’autorità marittima di Gibilterra questa non è una nave con requisiti per il salvataggio di persone in mare“ e dunque la Aquarius perde la possibilità di battere bandiera di Gibilterra.