Giovedì 25 Aprile 2024

Migranti, Open Arms andrà in Spagna. Bloccati in 40 al largo della Tunisia

L'ong che ieri ha salvato la donna sopravvissuta a un naufragio e ha recuperato i corpi di un'altra donna e un bambino: "Critico approdare in un porto italiano". Barcone affonda a Cipro: 16 morti, decine di dispersi Migranti, Marc Gasol su Open Arms. Era tra i soccorritori di Josephine

Il salvataggio della donna in mare da parte della ong Open Arms (Lapresse)

Il salvataggio della donna in mare da parte della ong Open Arms (Lapresse)

Roma, 18 luglio 2018 - L'ong Open Arms che ieri ha salvato una donna migrante in mare sopravvissuta a un naufragio e ha attaccato la guardia costiera libica per averla lasciata tra i resti di un barcone assieme ai corpi di un'altra donna e di un bambino (con foto-denuncia pubblicata su Twitter), ha scelto di dirigersi verso le coste spagnole. Lo riferisce la stessa Ong, spiegando che l'ipotesi di approdare in un porto italiano "presenta molteplici fattori critici". Ieri in tarda serata la Guardia costiera libica ha definito "infondate" le accuse lanciate dall'Ong spagnola. Prima il Viminale aveva indicato come fake news l'omissione di soccorso da parte dei libici. Intanto una quaranta migranti partiti a bordo di un gommone dalla Libia e diretti verso l'Italia sarebbero bloccati al largo delle coste tunisine da diversi giorni. Mentre al largo di Cipro si registra una nuova, l'ennesima, strage. Un barcone con a bordo 160 migranti è naufragato al largo della costa nord dell'isola. Al momento il bilancio è di 16 morti e 30 dispersi. Quasi cento sono stati salvati. Pur senza un riferimento diretto alla cronaca europea e italiana, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene sul tema accoglienza, definendola, dall'università di Baku dove si trova, un "valore irrinunciabile"

Migranti, Marc Gasol su Open Arms. Era tra i soccorritori di Josephine

OPEN ARMS - Open Arms spiega che la richiesta alla Guardia costiera spagnola di assumere il coordinamento dell'operazione che ieri ha portato al salvataggio della donna e al recupero dei due cadaveri "nasce dalla considerazione che l'ipotesi di approdare in un porto italiano - la possibilità di Catania è stata comunicata solo alle ore 23:04 di martedì - presenta comunque molteplici fattori critici. Il primo è costituito dalle dichiarazioni del Ministro dell'Interno italiano, Matteo Salvini, che ha definito 'bugie e insulti' la documentazione da noi offerta attraverso la pubblicazione delle tragiche immagini dell'area di mare dove è avvenuta l'operazione condotta dalla Guardia Costiera libica. Risulta incomprensibile, poi, perché la disponibilità iniziale ad accogliere la donna in stato di grave ipotermia non sia stata accompagnata dalla stessa disponibilità per i due cadaveri ritrovati. Ancora - insiste Open Arms - il reiterato annuncio di una sorta di contro inchiesta o contro versione rispetto alla probabile dinamica dei fatti accaduti lunedì sera, inducono preoccupazione rispetto alla tutela della donna sopravvissuta e della sua piena libertà di rendere testimonianza in condizioni di tranquillità e di sicurezza. Tutto ciò mentre la Commissione Europea, l'Onu, la Corte Europea dei Diritti Umani e l'Alto Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri, ribadiscono che la Libia non è in alcun modo un paese sicuro. Per tutte queste ragioni - conclude la nota - abbiamo deciso di indirizzare le nostre navi verso le coste spagnole".

E dopo le accuse lanciate ieri dall'ong sul ruolo della Guardia Costiera libica nel naufragio la Commissione europea ha deciso di esaminare l'incidente e contattare le autorità libiche. "Ogni vita persa è una di troppo", ha detto una portavoce della Commissione europea. "Abbiamo visto le notizie sui media e stiamo esaminando l'incidente, in contatto con le autorità libiche".

BLOCCATI - Intanto c'è un'altra imbarcazione con migranti a bordo che vaga da diversi giorni nel Mediterraneo. A lanciare l'allarme sono il portale europeo InfoMigrants e il Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes). Si tratta di una nave tunisina di una compagnia del gas, la Sarost 5, che ha tratto in salvo una quarantina di migranti, bloccata da diversi giorni al largo delle coste tunisine. "Né la Tunisia, né l'Italia, né Malta hanno acconsentito ad aprire i propri porti ai superstiti", secondo InfoMigrants.

Tra i migranti, provenienti da Egitto, Mali, Nigeria e Bangladesh, ci sarebbero due donne incinte: una di sei mesi e che ha bisogno di assistenza, e una di poche settimane. A bordo vi sarebbe - secondo fonti dell'Oim in Tunisia - anche un uomo ferito che necessita di cure mediche. Personale della Luna rossa di Zarzis è salito ieri sulla nave per constatare le condizioni delle persone soccorse. A quanto si è appreso in Tunisia, all'inizio i migranti avrebbero chiesto di non essere sbarcati nel Paese, poi avrebbero cambiato idea, e sarebbero ora disposti a scendere dalla nave in un porto tunisino. Trattative sono in corso tra le organizzazioni di soccorso e le autorità (Unhcr, Oim e Mezzaluna rossa) per mettere a punto la macchina dell'accoglienza nel caso in cui il governo dovesse autorizzare lo sbarco.

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MATTARELLA - "Secondo un proverbio azerbaigiano, 'una casa senza un ospite è come un mulino senz'acqua'. L'accoglienza, la generosità e il confronto tra donne e uomini di culture, etnie e confessioni diverse costituiscono valori irrinunciabili, poiche' solo coltivando il dialogo con l'altro siamo in grado di ampliare i nostri orizzonti, comprendere le sensibilita' dei diversi popoli, riconoscere e affrontare le sfide, costruire il bene comune nelle nostre società", ha detto Mattarella nel suo intervento all'univeristà dell'Azerbaigian, a Baku. "Soltanto in questo modo siamo in grado di garantire, a ciascuno - ha sottolineato il Capo dello Stato -, il pieno rispetto di quei diritti fondamentali che sono alla base dello sviluppo di ogni comunità ordinata".