Giovedì 18 Aprile 2024

Migranti, l’Ue apre all’Italia Nuovo piano anti-sbarchi Vincoli e controlli per le Ong

Effetto crisi Roma-Parigi: la Commissione prepara 20 punti per sostenere i Paesi in prima linea. Previsto anche il coordinamento nei soccorsi. Piantedosi soddisfatto: sono le nostre richieste

di Alessandro Farruggia

"La situazione nel Mediterraneo centrale è insostenibile: dobbiamo aumentare gli sforzi congiunti". Così la commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, presentando il piano d’azione europeo per il Mediterraneo centrale, che verrà proposto al Consiglio affari interni di venerdì e che sembra venire incontro alle preoccupazioni italiane. In attesa del Patto per la migrazione che dovrebbe superare gli accordi di Dublino – proposto nel 2020 ma che il Consiglio e il Parlamento hanno promesso di approvare solo entro il 2024 – la Commissione presenta un piano in 20 azioni che prevede regole più chiare per le Ong e il rafforzamento del meccanismo di solidarietà a favore degli stati interessati dal flusso, come l’Italia.

Uno dei punti che per il governo italiano è più interessante è quello sulle Ong. La Commissione propone misure per rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e "tutti gli attori coinvolti nelle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale". Il riferimento è alle Ong (mai citate espressamente nel testo). "Abbiamo già proposto nel Patto – ha detto in conferenza stampa la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson – una sorta di codice di condotta e ovviamente siamo pronti a discuterne di più. E sono pienamente d’accordo sulla necessità di maggiore coordinamento tra Stati costieri, Stati di bandiera, Ong e altri attori rilevanti. La mancanza di coordinamento è uno dei problemi. Ed è importante continuare a cercare soluzioni in merito". Roma apprezza. "E importante l’aspetto relativo a un maggiore coordinamento delle attività di ricerca e soccorso nelle aree SAR, che prevede, come da tempo richiesto dall’Italia, un ruolo anche per gli Stati di bandiera", commenta il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il piano UE è articolato attorno a tre pilastri. Il primo pilastro prevede di lavorare con i paesi partner e le organizzazioni internazionali. L’UE rafforzerà le capacità di Tunisia, Egitto e Libia per garantire una migliore gestione delle frontiere e della migrazione, rafforzerà la lotta contro il traffico di migranti e l’impegno diplomatico sui rimpatri. Per coordinare queste azioni e massimizzarne l’impatto, l’UE avvierà un’apposita iniziativa Team Europa sul Mediterraneo centrale entro la fine di quest’anno. "Il testo – commenta Piantedosi – mette al centro della discussione alcune importanti questioni nella prospettiva già auspicata dal governo italiano. In particolare mi riferisco alla condivisione dell’esigenza di una più intensa cooperazione con i Paesi di origine e transito".

Il secondo pilastro riguarda la ricerca e soccorso, quindi le Ong, mentre il terzo pilastro prevede "un rafforzamento dell’attuazione" del “meccanismo volontario di solidarietà”. "Il riferimento a una implementazione del meccanismo di solidarietà è molto significativo – commenta Piantedosi – , in considerazione del fatto che la sua applicazione concreta, fino ad oggi, ha dato per l’Italia risultati assolutamente insufficienti". Ma per il Viminale è presto per esultare: adesso occorrerà vedere la reazione dei 27 Stati membri.