
Il 18 aprile 2015 la strage più grave nel Mediterraneo. Il presidente: la Ue si impegni di più .
Sono passati dieci anni ieri dalla più grave delle tragedie del Mediterraneo quando il 18 aprile 2025 un peschereccio carico di migranti si capovolse nel Canale di Sicilia, al largo della Libia: morirono 1.022 persone, quasi tutte provenienti dall’Africa subsahariana, solo 28 furono i sopravvissuti. Dieci anni dopo, quel naufragio resta simbolo crudo dell’inerzia europea di fronte alle rotte della disperazione, e di questo ha parlato ieri anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando l’avvenimento: "I migranti morti e dispersi raggiunsero numeri spaventosi. Fra le vittime anche decine di bambini. Erano persone che disperatamente cercavano una vita migliore, fuggendo da guerre, persecuzioni, miseria". Persone, ricorda Mattarella, "finite nelle mani di organizzazioni criminali, che li hanno crudelmente abbandonati nel pericolo. La Repubblica italiana ricorda quelle tante donne e tanti uomini, molti destinati a restare senza nome. È la nostra civiltà a impedirci di voltare le spalle, di restare indifferenti, di smarrire quel sentimento di umanità che è radice dei nostri valori".
Il presidente della Repubblica ha colto anche l’occasione per rinnovare "l’apprezzamento per l’opera di soccorso da parte delle navi italiane che sono riuscite, in condizioni estreme, a salvare vite, rispettando quanto impone la legge del mare. I movimenti migratori vanno governati e l’Unione europea deve esprimere il massimo impegno in questo senso. Il necessario contrasto all’illegalità, la lotta alla criminalità, si nutrono della predisposizione di canali e modalità di immigrazione legali che, con coerenza, esprimano rispetto nei confronti della vita umana".
La ong Mediterranea Saving Humans, su X, ringrazia il presidente Mattarella "per aver ribadito, nel giorno che ricorda un terribile naufragio, quanto la grandezza di un Paese, il suo grado di civiltà, dipenda dal suo impegno nel salvare vite umane. In tempi in cui morti in mare per omissioni di soccorso, guerre, respingimenti, deportazioni, lager sembrano "banalità del male" – aggiunge Mediterranea –, le nostre navi MareJonio e Safira portano la bandiera italiana navigando in direzione ostinata e contraria alla morte, all’odio e all’indifferenza".