Giovedì 18 Aprile 2024

Migranti, la sindaca 5 Stelle esce dal coro: "I blocchi navali non sono tabù"

Ida Carmina, primo cittadino di Porto Empedocle: "Salvini a processo? Basta ideologia, serve pragmatismo"

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"I blocchi navali? Quando ce n’è l’estrema necessità si possono anche fare. Del resto li decise anche la sinistra, governo Prodi, anno 1997, nei confronti dell’Albania. Non dico che servano ora, ma un controllo puntuale del canale di Sicilia, quello sì che serve. Abbiamo bisogno di meno pregiudizi ideologici e di una sana gestione del problema, che oggi non è tanto di immigrazione tout court ma di emergenza sanitaria legata agli sbarchi. Vorrei che si facesse meno uso strumentale del tema, da un lato e dall’altro, e si usasse più pragmatismo". Ida Carmina (nella foto), ex funzionario di Polizia, avvocato , docente di diritto, dal 2016 sindaco pentastellato di Porto Empedocle, è abituata a parlare fuori dalle righe.

Sindaco Carmina, Salvini fece bene ad attuare il blocco dei porti?

"Io avrei puntato di più sul lavorare per ridurre le partenze e pretendere una redistribuzione in Europa, più che prendermela con le Ong e chiudere i porti. La linea di noi 5 Stelle è sempre stata conciliare rigore, solidarietà e legalità. Comunque, quella di Salvini fu una scelta politica".

Quindi non meritava il rinvio a giudizio?

"Non spetta a me dirlo. Ma a un amministratore può capitare di essere chiamato a rispondere dei suoi atti. Ogni volta che ne firmo uno, so che c’è questo rischio. Nessuno è al di sopra della legge. Questo premesso, io non entro nel merito della vicenda, ma fossi lui mi fiderei della giustizia. Nulla è già scritto. E da noi si dice: ’La coscienza pulita non teme il temporale’".

Perché è ripreso il flusso da Libia e Tunisia?

"Perché è cambiato lo scenario politico in Nord Africa. E questo è un problema perché ci troviamo in una fase epidemica e un flusso come quello attuale, che è nulla rispetto a quello di tre o quattro anni fa e in condizioni normali sarebbe perfettamente gestibile, mette in ginocchio il nostro territorio. Il quale è totalmente libero da Covid 19, ma si trova interessato da flussi di migranti nei quali ci sono anche persone infette. Il problema è sanitario, basti pensare che trai migranti arrivati mercoledì pare che ci siano 28 positivi al Covid19. La situazione è grave".

Si è sentita sola nell’affrontare la situazione?

"Un po’ sì, e non in maniera ingiustificata. Il governo è stato preso di sorpresa dal rischio sanitario che ponevano gli sbarchi. Ora i ministri Lamorgese e Di Maio stanno lavorando alacremente per affrontare il problema, sia localmente sia nei Paesi di transito e in Europa. Mi rendo perfettammente conto che non è per nulla facile ottenere soddisfazione dall’Europa o convincere Libia e Tunisia a fare più controlli, ma il nostro territorio ha bisogno di risposte, e subito".

E le sta trovando?

"Qualcosa si muove. Qualche segnale c’è. Domani (oggi per chi legge, ndr) verrà anche il viceministro dell’Interno e capo politico M5s, Vito Crimi. È un importante indice di attenzione. Ma io sono come San Tommaso: se non vedo fatti, non credo. Come dice Di Maio, i protocolli sanitari devono valere per tutti, italiani e stranieri. Le fughe dai centri di accoglienza prima che sia finito il periodo di quarantena sono inammissibili. Questo ci devono garantire. In questo senso, le navi-albergo possono servire. Anzi sono una buona soluzione. Ma a Lampedusa, dove i migranti arrivano, non qui. Per spostarli in sicurezza solo quando sono negativi, non prima. Siamo in piena estate e la presenza di migranti, anche solo potenzialmente affetti da Covid 19, pur anche se confinati su una nave, impatta pesantemente sul turismo. Da quanto mi promettono, le navi non saranno ancorate qui. Speriamo sia così".