Migranti, i Paesi della Ue lasciano sola l’Italia

Guerra contro il tempo per svuotare Lampedusa. Bruxelles chiede di ricollocare i rifugiati, ma gli Stati membri voltano le spalle

Migration

di Elena G. Polidori

La Commissione europea chiede di ricollocare il numero dei rifugiati sbarcati nelle ultime ore in Italia, a Lampedusa, ma la risposta dei Paesi membri è un secco no. E tutto mentre è corsa contro il tempo per ’svuotare’ l’isola dove, in pochi giorni, sono arrivate più di 2mila persone, ma nulla sembra smuovere l’Europa. La commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, ha comunque sottolineato che certo, salvare vite è un obbligo, ma "meglio evitare partenze". Il premier Draghi, ieri, ha avuto una breve riunione con la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, e con il titolare della Difesa, Lorenzo Guerini, ma si è trattato solo di una ricognizione dello stato delle cose. La strategia del governo è puntare a rafforzare un tema fortemente divisivo per la maggioranza.

Si attende una decisione dell’Europa, invocata anche dal presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, che dovrà essere "strutturale", come sottolineato anche dalla stessa Lamorgese: si devono "realizzare interventi strutturali nel sistema di gestione del fenomeno all’interno dell’Ue – ha spiegato la titolare del Viminale – con l’attivazione di concreti e solidi meccanismi di solidarietà, anche d’emergenza, sul modello di quelli previsti a Malta nel 2019, nonché attuare una strategia condivisa per la lotta ai trafficanti di esseri umani e il contrasto alla tratta e alla immigrazione illegale".

Ma al momento le risposte latitano. Anche sul fronte emergenziale della redistribuzione dei migranti nei Paesi membri. Per aiutare l’Italia a far fronte agli sbarchi di migranti "finora abbiamo avuto contatti con diversi Stati membri – ha spiegato un portavoce della Commissione – ma non abbiamo registrato impegni particolari sulla ricollocazione" delle persone.

Intanto, la situazione a Lampedusa al momento registra un momento di tregua. Il forte vento e il mare agitato frenano nuovi sbarchi, ma rallentano anche i trasferimenti. La cronaca fa registrare l’arrivo di diciassette persone, soccorse in extremis, quando erano aggrappate a una piattaforma petrolifera. E hanno toccato quota 1.500 gli ospiti dell’hotspot dell’isola, a fronte di una capienza massima di 250 persone, mentre in 200 sono stati collocati sul molo Favaloro.

Duecento hanno passato parte della notte sul molo, poi sono stati collocati nella struttura di accoglienza. Altrettanti sono giunti a Porto Empedocle con il traghetto di linea e sistemati su dei pullman alla volta di alcuni centri della provincia di Ragusa. In precedenza altri 312 erano stati portati sulla nave quarantena Allegra, mentre una seconda nave, la Azzurra, è arrivata a Lampedusa per continuare i trasferimenti e alleggerire le presenze nell’hotspot. Ma non ha potuto imbarcare altri migranti per le avverse condizioni meteo. Dura la posizione del parroco dell’isola, don Carmelo La Magra: "Ancora 200 persone migranti hanno passato la notte sul molo in condizioni igieniche indescrivibili e con i servizi inutilizzabili, costretti a urinare in bottiglie di plastica. Governo dei migliori... Vergogna".