Giovedì 25 Aprile 2024

Ocean Viking, Francia respinge 123 migranti su 234. "Da Italia brutto gesto, ma avanti"

Le persone sbarcate a Tolone saranno "detratte" dal numero di profughi che Parigi accoglierà quest'anno dall'Italia secondo il meccanismo di solidarietà. Piantedosi: "Non prendiamo lezioni da nessuno"

Roma, 18 novembre 2022 - Ingresso negato a 123 migranti sui 234 salvati dalla Ocean Viking. Pugno duro della Francia che emette 123 "pareri sfavorevoli" dopo aver interrogato i 189 adulti presenti tra i naufraghi sbarcati la settimana scorsa a Tolone. Chi non ha passato la selezione è ora "oggetto di un respingimento dal territorio", ha dichiarato Charles-Edouard Minet, vicedirettore dell'ufficio legale del ministero nel corso di un'audizione.

Sul caso Ocean Viking l'Eliseo parla di "un brutto gesto" da parte del governo italiano, ma, aggiunge, "l'importante è continuare la cooperazione e non fermarsi qui. L'entourage di Emmanuel Marcon spiega che le persone sbarcate a Tolone saranno detratte dal numero che accogliamo quest'anno" nell'ambito del meccanismo di solidarietà "con l'Italia".

Tolone, alcuni dei migranti sbarcati dalla Ocean Viking (Ansa)
Tolone, alcuni dei migranti sbarcati dalla Ocean Viking (Ansa)

Piantedosi e Fitto

"L'Italia non ha lezioni da imparare da altri, ha già delle esperienze che vanno messe a sistema e rese funzionali, che siano da contraltare alle azioni di fermezza", dice oggi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a Napoli. "Il sogno migratorio dei giovani dall'Africa deve essere gestito da noi e dai Paesi da cui provengono, non dai trafficanti", ribadisce. "L'Italia ha fatto tornare la giusta attenzione degli organismi d'Europa sul tema", aggiunge. "Il piano ruota sulla convinzione che serve ogni azione di fermezza per respingere i traffici illegali nel Mediterraneo, una via su cui siamo d'accordo tutti anche alla luce della indagine della magistratura a Caltanissetta su cosa ruota attorno al traffico di uomini in arrivo dal Nordafrica. La fermezza che vogliamo opporrre e mantenere deve essere compensata con canali di flussi di ingresso legali e da un corridoio umanitario che noi siamo gli unici che già facciamo in Europa".

Sempre oggi, il ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il Pnrr, Raffale Fitto ha sottolineato come il percorso europeo avrà tra gli obiettivi quello di "evitare contrapposizioni, che non servono a nessuno". Il 25 novembre è in programma un Consiglio Interni straordinario Ue che affronterà la questione migranti. 

Il dossier sul tavolo Ue

La data X è il 25 novembre, il giorno del Consiglio Affari Interni straordinario sulla questione migranti. Poi il dossier finirà sul tavolo del vertice ordinario dell'8 dciembre, con l'obiettivo di un'intesa politica entro Natale. Dopo i primi tentennamenti, l'Ue accelera e punta a un'intesa che spenga sul nascere la possibilità di uno scontro interno su un tema tradizionalmente delicatissimo a Bruxelles.

Una girandola di telefonate tra Paesi membri, presidenza di turno ceca e istituzioni europee è servita a fare il punto e a definire una bozza di road map. Due temi chiave: ricollocamenti e salvataggi in mare. A tenere le redini dell'iniziativa Ue sul dossier sono il vice presidente della Commissione, Margaritis Schinas, e la commissaria agli Affari Interni, Ylva Johansson.

Entrambi si sono sempre detti a favore di un principio sul quale l'Italia è perfettamente in linea: quello della migrazione è un problema europeo e va affrontato in maniera collegiale. Il Piano d'azione dovrà approdare il 25 novembre sul tavolo dei ministri dell'Interno. Non sarà un incontro nel cosiddetto formato jumbo (ovvero con la partecipazione dei ministri dell'Interno e di quelli degli Esteri), come richiesto dall'Italia e come non auspicato da Berlino. Ma per Roma la stretta dei tempi è comunque un passo avanti, sebbene l'assenza dei titolari delle diplomazie europee tolga dal tavolo la dimensione esterna del fenomeno flussi.

Il piano dell'Ue - che non sarà obbligatorio e non sostituirà alcun regolamento in vigore attualmente - salvo colpi di scena ruoterà attorno al meccanismo volontario di relocation dei migranti e, spiegano fonti europee, attorno "ad una gestione trasparente e regolamentata dei salvataggi in mare".  Punto quest'ultimo che, per il governo italiano, corrisponde sostanzialmente alla questione delle navi Ong.

Le divergenze tra Paesi membri

Se da un lato, però, c'è una premessa ampiamente condivisa sul fatto che il tema migratorio abbia contorni europei, dall'altro ci sono visioni sensibilmente divergenti tra i Paesi membri. Molto ruota attorno alla tipologia di ingressi: per Roma gli arrivi via mare non possono essere numericamente confrontati in maniera asettica a quelli via terra. Il loro peso, si sottolinea, è maggiore, perché in ogni caso entrano nel Paese di primo approdo. Da qui la necessità, per Italia, Grecia, Cipro e Malta, che gli accordi di solidarietà sottoscritti lo scorso giugno da 23 Paesi Ue e dell'Area Schengen siano effettivamente attuati. Bruxelles è pronta ad ascoltare, ma gli equilibri restano delicati.