Tracce di microplastiche nello sperma umano, l’allarme degli esperti. “A rischio la fertilità maschile”

Lo studio di un gruppo di ricercatori italiani: minaccia per la riproduzione. Identificati frammenti in 6 campioni su 10. Più esposto chi vive in zone ad alto impatto ambientale

Un laboratorio di analisi (Foto Germogli)
Un laboratorio di analisi (Foto Germogli)

Roma, 26 maggio 2023 – Microparticelle di plastica nello sperma umano. Una nuova minaccia ambientale rischia di minare la fertilità maschile. A scoprirla un team di ricercatori di diverse università italiane, guidato dal professore Luigi Montano dell’Asl di Salerno. I campioni esaminati appartengono a uomini sani, non fumatori, residenti in un’area ad alto impatto ambientale della Campania. Sei test su dieci sono risultati positivi alla presenza di microplastiche

I risultati sono stati pubblicati in preprint sulla rivista ‘Science of the Total Environment’ e presentati al congresso della Società italiana della riproduzione umana (Siru), a Siracusa.

L’origine delle microplastiche 

Diversi i componenti chimici di cui sono fatti i 16 tipi di microplastiche scoperti nello sperma umano: polipropilene (Pp), polietilene (Pe), polietilene tereftalato (Pet), polistirene (Ps), polivinilcloruro (Pvc), policarbonato (Pc), poliossimetilene (Pom) e addirittura del materiale acrilico. Quanto alla loro grandezza, varia dai 2 ai 6 micron: più piccoli di un granellino di pulviscolo atmosferico.

Le studiose Oriana Motta e Maria Ricciardi dell'Università degli Studi di Salerno, insieme con Elisabetta Giorgiani dell’Università Politecnica delle Marche e Marina Piscopo dell’Università Federico II, hanno fornito delle spiegazioni in merito alla probabile provenienza di tali frammenti. “La loro origine potrebbe essere varia e può comprendere cosmetici, detergenti, dentifrici, creme per il viso e il corpo, adesivi, bevande, cibi o anche particelle areodisperse nell'ambiente – viene evidenziato – . Le vie di ingresso nell'organismo umano possono avvenire attraverso l'alimentazione, la respirazione e anche la via cutanea”.

Lo studio del team italiano 

Lo studio rientra nell’ambito delle attività del progetto EcoFoodFertility, la prima ricerca multicentrica al mondo di biomonitoraggio umano sul rapporto ambiente, alimentazione e salute riproduttiva. Da tempo, in diverse aree ad alto rischio ambientale, si indaga sulla presenza di contaminanti e sui loro effetti sulla salute umana, a partire proprio dalla valutazione del seme umano come ‘sentinella’ della salute ambientale e generale.

Quanto emerso dallo studio italiano conferma una realtà già di per sè preoccupante e segnata da record sempre più negativi: l’inquinamento ambientale influisce sulla riproduzione umana, e impatta in modo particolare sulla popolazione maschile

Lo stesso gruppo di ricercatori, già a gennaio di quest’anno, aveva reso noto sulla rivista ‘Toxics’ di aver trovato piccolissime particelle di plastica nelle urine di persone residenti nell’area nord di Napoli e Salerno

"Si stanno continuando a indagare altre matrici umane che, se confermate negli esperimenti in corso, rappresenterebbero una dimostrazione di quanto la contaminazione della plastica sia da considerare un’emergenza da affrontare nell’immediato”, dice Montano. “Averle già trovate in una matrice così sensibile per la conservazione e l’integrità del nostro patrimonio trasmissibile di certo non è una notizia confortante; è a rischio il futuro della nostra specie, oggi più che mai minacciata nella sua essenza".