"Mi vergogno del mio Paese" La stella del Bolshoi in fuga

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di Roberto Giardina

Se ne va anche la prima ballerina del Bolshoi, Olga Smirnova. La settimana scorsa aveva dichiarato: "Non avrei mai previsto di dovermi vergognare della Russia". Ieri ha lasciato Mosca per Amsterdam. Olga, 30 anni, danzerà per il Balletto Nazionale Olandese. Con lei è partito anche Victor Caixeta, primo ballerino del Mariinskij di San Pietroburgo. È una grave perdita per il Bolshoi, dopo l’addio il 7 marzo del primo ballerino, l’italiano Jacopo Tissi, e le dimissioni del direttore Tughen Sokhiev. Non sarà facile sostituirli in breve tempo, occorrerà almeno una generazione. "Con ogni fibra della mia anima sono contro la guerra – ha dichiarato Olga Smirnova – sono sempre stata orogliosa dei nostri talenti artistici e sportivi, ma ora è stata tracciata una linea, e non è possibile restare indifferenti".

Era giunta al Bolshoi giovanissima, a vent’anni, e alla seconda stagione era già prima ballerina. "Mio nonno era ucraino, e io per un quarto sono dunque ucraina", ricorda Olga, "ma non si può valutare il sangue in percentuali. Sono al cento per cento russa, e anche ucraina". "Ha un talento eccezionale", commenta Ted Brandner, direttore del Teatro Nazionale olandese, e siamo orgogliosi che abbia scelto il nostro balletto insieme con Victor Caixeta". Non è solo una perdita artistica per la Russia di Putin. Il Bolshoi è un orgoglio nazionale, quasi un simbolo dell’anima russa, romantica e passionale, pronta a ogni sacrificio per raggiungere la perfezione. Lo scrivono gli storici del Bolshoi, ma non è un’esagerazione. La fuga di Olga colpisce anche chi non ha mai potuto comprare il biglietto per uno spettacolo. Il teatro di Mosca fa parte della storia nazionale, dall’Ottocento ad oggi, superando la rivoluzione e due guerre, e la fine dell’Unione Sovietica. Anche Stalin preferì lasciare sopravvivere il balletto, amato dai principi e anche dal popolo. È stato di recente un grande successo il film sulla vita della prima ballerina Mathilda Kschessinskaja. Non ancora diciottenne, nel 1890, divenne l’amante del futuro e ultimo zar Nicola II, che fu costretto a rinunciare all’amore per la ragion di Stato, e a sposare Alexandra, la nipote della Regina Vittoria. È una storia che tutti i russi conoscono. Dopo la rivoluzione di ottobre, Mathilda fuggì a Parigi dove morì quasi centenaria nel 1971. Nicola e Alexandra furono uccisi con i cinque figli a Ekaterinburg, nel luglio del 1918. Olga Smirnova danzerà alla Scala il prossimo nove aprile per il gala in ricordo di Carla Fracci.