Giovedì 18 Aprile 2024

"Mi rapinano". La bugia della bimba trascurata

Montecatini, tredicenne inventa di essere stata legata in casa da due banditi. Poi confessa: mamma e papà mi lasciano sempre sola

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"Mamma aiuto, corri subito. Due banditi sono entrati in casa e mi hanno legato. Ora sono scappati e io mi sono liberata". Era più o meno questo il contenuto della telefonata fatta alcuni giorni fa da una ragazzina di 13 anni alla madre.

La donna aveva subito avvisato il marito e i genitori si erano precipitati a casa per abbracciare e consolare la figlia dopo quello che le era successo. Era esattamente quello che lei voleva, solo un po’ di considerazione. Per ottenerla aveva architettato una rapina, rompendo una finestra, mettendo a soqquadro qualche cassetto e facendo finta di essere stata legata a una sedia. I carabinieri, intervenuti dopo essere stati avvisati dai genitori, avevano avuto qualche dubbio sulla rapina. Ma la conferma è arrivata quando la ragazzina, comprendendo di aver dato vita a un gioco più grande di lei, ha confessato tutto.

Invece, quando i genitori erano arrivati nel loro appartamento, avevano creduto davvero di trovarsi di fronte a una brutta storia. La figlia era impaurita e sotto choc, c’era la finestra rotta dalla quale, secondo quanto detto dalla ragazzina, i banditi avevano fatto irruzione nella casa, i legacci di corda sul pavimento.

Tra le lacrime, l’adolescente aveva raccontato di essersi trovata di fronte i malviventi, di essere stata immobilizzata e legata mani e piedi a una sedia. Mentre loro cominciavano a frugare fra i cassetti. Il racconto veniva poi ripetuto ai militari intervenuti per i normali rilievi. E confermato successivamente in caserma, di fronte ai genitori e a uno psicologo.

Agli investigatori qualcosa però non tornava: i banditi se ne sarebbero andati senza portar via nulla e la ragazzina non presentava nessun segno ai polsi e alle caviglie, nonostante secondo il suo racconto, fosse rimasta legata quasi un’ora. Alla fine lei ha candidamente ammesso di essersi inventata tutto solo perché stanca di passare i pomeriggi da sola in casa, senza le amichette per via del Covid e senza i genitori impegnati al lavoro, uno con un’attività in proprio e l’altro da dipendente. Insomma, una famiglia come tante, piccolo borghese, come si sarebbe detto una volta, che però per tirare avanti ha bisogno di due stipendi.

Specialmente adesso vista la situazione generale, causata dalla pandemia. Circostanza questa che forse ha creato in famiglia qualche preoccupazione. Ma niente di più. Nessun disagio e nessun segnale da parte della ragazzina. Che però ad un certo punto ha detto basta ai social, alle amicizie virtuali, ai giochi tecnologici, ai programmi in tv, ai pomeriggi in solitudine. Inscenando quella rapina – pensava – avrebbe convinto i genitori a non lasciarla più sola.

Forse non immaginava che quella macchinazione da un punto di vista giuridico si chiama "simulazione di reato". Lei non è imputabile. Ma gli atti sono stati comunque trasmessi all’autorità giudiziaria per dar seguito alla prima informativa redatta per la rapina aggravata. Ma adesso la cosa più importante è che la ragazzina ritrovi la serenità e spensieratezza dei suoi 13 anni. E magari uno dei genitori la possibilità dello smart-working.