Sabato 20 Aprile 2024

"Mi molestò". Cade anche il gigante Peres

L’ex presidente di Israele, Premio Nobel per la pace, accusato da una parlamentare. La storia si ripete: la grandezza non salva dal peccato

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di Roberto

Pazzi

"Mi ha molestata sessualmente due volte: la prima volta nell’81, a Parigi, mi invitò in albergo: mi fece andare nella sua stanza, dove mi aspettava in pigiama e tentò di trascinarmi sul letto. Io fuggii. Nell’84, in Israele, mi spinse contro il muro e tentò di baciarmi". La denuncia dell’autorevole parlamentare israeliana Colette Avital, oggi 81 anni, contro il defunto Shimon Peres, icona della identità israeliana e premio Nobel della pace, scuote legittimamente le nostre coscienze, ma non scandalizza chi sappia che la grandezza non è mai immune dalle pecche dei minimi. E forse questa loro debolezza davanti al più potente degli dèi, il piccolo Eros dalle frecce dorate, in qualche modo ce li avvicina.

Cominciamo con la storia sacra ed il racconto evangelico, che narra re Erode invaghito di Salomè, la bella figlia della compagna Erodiade, a tal punto da doverla accontentare nella terribile richiesta della testa del Battista. Penso a re Enrico VIII, che per la bella Anna Bolena ebbe la forza di suscitare uno scisma con Roma, ripudiando la legittima regina Caterina, seguito dalla nazione. Penso a Enrico II, re di Francia, che per tutta la vita intrattenne una relazione alla luce del sole con Diana di Poitiers, costringendo la regina ad accettarla. Penso a papa Alessandro VI, che da Vannozza de’ Cattanei ebbe diversi figli, Cesare, Giovanni, Lucrezia, e in Giulia Orsini l’amante ritratta, secondo il Vasari, da Pinturicchio nelle sembianze della Madonna dell’appartamento Borgia. Penso al nepotismo di vari pontefici, da Innocenzo VIII Cybo, a Leone X Medici, che facendo leva sul naturale istinto di padre non riusciva a tacitare la legge del sangue per elevarsi a una paternità più alta e universale.

Il caso recente di Harvey Weinstein, l’ex boss della Miramax, che tanto scalpore ha fatto per l’accusa di decine di stupri da parte di donne, è solo il caso più eclatante e più clamoroso di un facile accompagnarsi del potere all’inclinazione ad usarlo per sedurre. Ma ci sono patologie che non possono inclinare al perdono, per la loro gravità. E il discorso si allarga purtroppo alla recente denuncia di altre declinazioni del male, fatta dalla Chiesa francese, e raccolta da papa Francesco in tutta la sua drammaticità, con ben duecentomila vittime nell’arco di vari decenni vittime della pedofilia.

Siamo fatti di carne. E nessuno è esente dal morso di questa, a tutti i livelli di potere e in tutti i ruoli. La letteratura ha saputo esprimere questo male con figure tragiche e bellissime, come il vecchio Saul in Alfieri, che non accetta la vecchiaia, roso di gelosia per il giovane Davide. Come il fragile ormai anziano dottor Faust di Goethe, che cede alla melliflua seduzione di Mefistofele e vende l’anima per ritrovare la giovinezza perduta, il vigore, la forza, la bellezza, il piacere. Tutti noi abbiamo qualcosa di Saul e qualcosa di Faust, anche se sappiamo vincere la tentazione, la conosciamo almeno per quel che ci è costato contrastarla. Siamo uomini, non dèi. A tutti i livelli, anche se premio Nobel come Peres.