L’idea di Milano: cani e gatti, bus gratis

Lunedì il consiglio comunale vota. Animali in viaggio d’estate tra divieti e permessi

Cani in spiaggia

Cani in spiaggia

UN emendamento di Lega e Forza Italia in Consiglio comunale potrebbe presto rendere legittima una prassi già tollerata a Milano: far viaggiare gratis sui mezzi pubblici cani, gatti e animali di compagnia. Il regolamento Atm prevede che si possano far salire a bordo dei mezzi solo animali di piccole dimensioni, che stiano dentro trasportini lunghi non più di 50 centimetri e solo in ore non di punta. E per questi c’è da pagare il biglietto. Gli animali di grandi dimensioni non possono proprio salire. Però c’è una linea morbida: Atm commina ogni anno 260mila multe, ma pochissime per cani non paganti. Il tema è stato sollevato dal centrodestra nel corso della discussione sulle nuove tariffe Atm da adottare dal 15 luglio.  Se lunedì la maggioranza approverà l’emendamento, sarà nell’ambito di un accordo più ampio e finalizzato all’ok a una delibera che vale 51 milioni in più all’anno.

di PACO MISALE

Bologna, 15 giugno 2019 - Il padrone e il cane. Coppia di ferro che vive tutto l’anno tra passeggiate, coccole e un legame indissolubile. Una simbiosi di cemento armato fino al midollo che non ha alcuna intenzione di spezzarsi nemmeno quando arrivano le tanto agognate vacanze. Eppure, se si tratta di prendere un treno, l’aereo, o semplicemente un mezzo di trasporto, bisogna fare i conti con un imprevisto: la spesa che lievita a seconda del mezzo di trasporto. Così, se da un lato il Comune di Milano starebbe valutando di far viaggiare gratis tutti gli animali sui mezzi pubblici, l’Italia da questo punto di vista è ancora un’autentica giungla. Regole e limiti per portare un cane o un gatto a bordo le dettano compagnie aeree, ferroviarie e le varie aziende responsabili del trasporto urbano. Non senza differenze.   A Roma, ad esempio, il cane o il gatto (perfino gli uccellini) pagano il biglietto e, oltretutto, devono salire sulla prima o sull’ultima carrozza del metrò o del tram. A Torino e a Bari, invece, il cane o il gatto non pagano il biglietto, purché siano di piccola taglia e viaggino in braccio al loro padrone (il gatto nel trasportino coperto). Quelli di taglia media non sono ammessi. La via di mezzo la si trova a Napoli: cani o gatti di piccola taglia non pagano il biglietto, mentre i cani di media taglia (con guinzaglio e museruola) dovranno timbrare al tornello come i loro proprietari. 

E sui treni? Cani di piccola taglia, gatti e altri animali domestici possono viaggiare gratuitamente in prima e seconda classe, su tutte le categorie di treno e nei livelli di servizio executive, business, premium e standard. Per quanto riguarda i cani più grandi, ogni passeggero può trasportarne uno di qualsiasi taglia – purché tenuto al guinzaglio e munito di museruola – acquistando un biglietto alla metà del prezzo previsto per un biglietto di seconda classe/standard per la tratta desiderata. 

Più complesso il discorso relativo ai voli. La compagnia aerea irlandese Ryanair di norma non permette di portare i propri animali a bordo dell’aereo, tranne in alcuni casi specifici come i cani guida per le persone non vedenti. Easyjet rifiuta categoricamente qualsiasi tipo di animale a bordo, mentre Germanwings permette l’accesso a cani e gatti di piccola taglia, con un peso fino a 8 chili e con trasporto obbligatorio nell’apposito box o trasportino. Con Alitalia si può viaggiare, ma Fido non può pesare più di 10 chili (trasportino compreso). Prezzo: da 40 euro per le tratte nazionali a 200 per quelle intercontinentali. 

Fin qui le regole sul trasporto. In un contesto che con oltre 60 milioni di animali domestici vede l’Italia come il Paese ‘pet friendly’ per eccellenza d’Europa. Viziati e coccolati come figli, nell’era dei social, gli animali domestici sono diventati a loro insaputa vere star, al centro di un business che soltanto in Italia stima un fatturato annuo di più di 2 miliardi di euro solo per cani e gatti. Eppure non è tutto oro quel che luccica. Perché se si tratta del mare arrivano i problemi, le multe, le polemiche. Non tutte le spiagge sono infatti accessibili non solo ai cani ma anche ai gatti, non tutti gli arenili possono essere i luoghi adatti alla voce svago. Ci sono quelle ‘pet friendly’ da un lato e i divieti e le ordinanze comunali dall’altro. Ci sono gli stabilimenti balneari che li accettano e quelli che non ne vogliono sapere. E così fioccano multe salatissime: di centinaia di euro. Altra spesa nella spesa.