Meteo, Italia flagellata. L'esperto: "Non è ancora finita"

Guido Guidi, colonnello dell’aeronautica militare: pausa di 24 ore, poi si ricomincia

Cortina, il torrente Bigontina ingrossato spazza via una pala meccanica (Ansa)

Cortina, il torrente Bigontina ingrossato spazza via una pala meccanica (Ansa)

Roma, 30 ottobre 2018 - Il maltempo che ha flagellato l’Italia stavolta ha colpito indistintamente tutta la penisola. «Le condizioni avverse, vento e precipitazioni, interessano il Paese in modo generalizzato, però ci sono zone in cu gli eventi sono stati e sono più intensi in termini di quantitativi di precipitazione e di accumulo nel tempo – spiega Guido Guidi, colonnello dell’aeronautica militare –. In particolare, la Liguria centrale e di levante, la Versilia, la fascia alpina e prealpina centrale, dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia». Il vento di Scirocco che responsabilità ha? «Non necessariamente la responsabilità è dello scirocco. La depressione si è molto approfondita, si sono verificate delle differenze di pressione importanti dalle quali deriva la forte intensità del vento, in molti casi superiore ai cento chilometri orari. In Sardegna vicine ai 200, ma in parte dovuta alla morfologia locale». Cosa dobbiamo attenderci nei prossimi giorni? «La fase apicale è in transito in queste ore, ci saremo dentro questa notte e domattina (stamattina, ndr) la situazione va verso un miglioramento graduale, non generalizzato e improvviso. Ancora per domani (oggi, ndr) su Appennini e Alpi ci sarà il rischio di locali precipitazioni intense. I venti si attenueranno. Tra mercoledì (domani, ndr) e giovedì è previsto l’arrivo di un’altra fase di maltempo con venti di scirocco e precipitazioni, ma più attenuata rispetto a quella attuale». Il cambiamento climatico e le temperature stagionali sopra la media hanno un ruolo? «Con una perturbazione extratropicale come questa, che ha caratteristiche spaziali e temporali ridotte, possiamo parlare di un fenomeno singolo che non è attribuibile del tutto a evoluzioni climatiche di sorta. Anche perché abbiamo dei precedenti sul territorio. Purtroppo gli eventi estremi capitano. Se nell’intensità di questa depressione e nei fenomeni associati possono aver giocato un ruolo le temperature elevate dell’ultimo periodo, questo è sicuramente un fattore». Dobbiamo abituarci a eventi come cicloni e trombe d’aria in stile clima tropicale? «Ogni bassa pressione è un ciclone, ma i cicloni tropicali non hanno nulla a che vedere con il fenomeno di questi giorni. Non stiamo diventando un Paese tropicale, l’autunno è una stagione a rischi di eventi naturali nel clima Mediterraneo. È una fase eccezionale, ma quasi tutti i fenomeni alluvionali arrivano in autunno». Il 2018 è stato catalogato come uno dei primi tre anni più caldi di sempre. «Queste classifiche sono riferite alla tempratura media superificale globale, difficilmente riferibile alle realtà locali. In molti casi le temperature sono aumentate, ma collegare il riscaldamento globale agli eventi eccezionali è difficile».

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