Mestre (Venezia), 20 gennaio 2020 - Una donna di 50 anni di origini marocchine si è data fuoco questa mattina sulla scalinata che porta all'ingresso del Tribunale dei Minori di Mestre (Venezia). La donna è ancora viva, nonostante le ustioni riportate, ed è stata trasferita al Centro grandi ustioni dell'Azienda ospedaliera di Padova. La figlia era stata dichiarata adottabile e sarebbe questa la ragione del gesto. Lo rende noto il Tribunale dei minori di Venezia, parlando di un provvedimento legato al forte disagio psicologico della donna. I giudici avevano affidato la bambina ad una comunità. Una decisione, chiarisce la presidente del Tribunale Maria Teresa Rossi, "per tutelarla".
La donna aveva accanto a sé un cartello, scritto in un italiano stentato. Nel messaggio un chiaro riferimento all'affidamento della figlia e al marito. "Un tipo di padre che ha violentato l'infanzia della sua bambina", la scritta sul cartello. "Ha fatto il massimo - si legge sempre nel cartello - per allontanare la piccola e mandarla in comunità: che vergogna".
I primi a soccorrere la giovane e a tentare di spegnere le fiamme sono state le guardie giurate che sorvegliano la sede giudiziaria. Sul posto è intervenuta la polizia. L'area è stata interdetta a giornalisti e passanti. Il Tribunale dei minori di Mestre si trova in un edificio di archeologia industriale ricavato all'interno dell'ex scopificio Krull, a poche centinaia di metri dal centro della città.