Mercoledì 24 Aprile 2024

Messina Denaro, arrestata la sorella Rosalia. Un suo pizzino ha fatto catturare il boss

Secondo gli inquirenti era la "cassiera" dell'ex capomafia e avrebbe gestito la rete dei messaggi con cui l'ex Primula Rossa coordinava i suoi uomini. Il fratello le impartiva ordini precisi: lo straccio alla finestra era un segnale della presenza degli inquirenti

Palermo, 3 marzo 2023 - Non sono finite con la cattura di Matteo Messina Denaro le vicende giudiziarie legate all'ormai ex capo della mafia. Le indagini proseguono e gli inquirenti smontano un pezzo alla volta quello che era il cerchio di protezione attorno all'ex Primula Rossa. Oggi i carabinieri del Ros hanno arrestato, con l'accusa di associazione mafiosa, la sorella del boss, Rosalia Messina Denaro. L'inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Palermo. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura e avrebbe gestito per suo conto la "cassa" della "famiglia" e la rete di trasmissione dei 'pizzini', consentendo così al capomafia di mantenere i rapporti con i suoi uomini durante la sua lunga latitanza. E proprio un appunto dettagliato sulle condizioni di salute di Messina Denaro avrebbe portato alla sua cattura, il 16 gennaio scorso. Era nascosto nell'intercapedine di una sedia, i carabinieri del Ros lo hanno trovato mentre piazzavano delle cimici in casa della donna lo scorso 6 dicembre. La misura cautelare nei confronti della sorella di Messina Denaro è stata disposta dal gip Alfredo Montalto. Sono in corso decine di perquisizioni in provincia di Trapani.

Il testo dell'ordinanza in Pdf

FOTO Messina Denaro e i pizzini mandati alla sorella Rosalia

Un pizzino e, nel riquadro, Rosalia Messina Denaro (Ansa)
Un pizzino e, nel riquadro, Rosalia Messina Denaro (Ansa)

Chi è Rosalia Messina Denaro

Rosalia detta Rosetta, la maggiore delle quattro sorelle di Messina Denaro, è madre di Lorenza Guttadauro, avvocato che, dal giorno del suo arresto, assiste il capomafia, e moglie di Filippo Guttadauro che ha scontato 14 anni per associazione mafiosa ed è tuttora in carcere al cosiddetto 'ergastolo bianco'. Il secondo figlio della donna, Francesco, nipote prediletto del padrino trapanese, sta espiando una condanna a 16 anni sempre per associazione mafiosa.

Gli ordini del fratello

Lo straccio appeso alla finestra per avvertire che qualcosa non andava. Ordini precisi, quelli che - secondo i carabinieri - il boss impartiva alla sorella per farsi aiutare nella gestione dell'organizzazione mafiosa. E per proteggersi. Indicazioni che la donna avrebbe eseguito alla lettera. Lui le spiegava anche con dei disegni, passo passo, come mantenere i contatti con i suoi uomini, come accertare la presenza di eventuali telecamere degli investigatori e distruggerle e quali segnali lanciare nel caso in cui temesse la presenza degli inquirenti. "Nel caso di Condor c'è qualcosa che non va, devi mettere questo segnale che ti allego al disegno 1. Conosci il posto. Metti a stendere uno straccio o più stracci, il colore non importa, io li ho dipinti di blu, ma può essere di qualsiasi colore. - spiegava il capomafia alla donna in un pizzino ritrovato dal Ros- Messo in quel posto Reparto (nome in codice ndr) se ne accorge da lontano e non si avvicinerà ed andrà via. Naturalmente se accade ciò si perdono i contatti quindi devi essere sicuro che ci sia qualcosa che non va, non vorrei perdere i contatti per un falso allarme".

I rapporti con la figlia

Che i rapporti con la figlia naturale Lorenza del boss non fossero buoni era noto. La riprova è in un pizzino del capomafia trovato dalla sorella. Il capomafia racconta di aver letto il necrologio che la nipote del mafioso Leonardo Bonafede aveva fatto dopo la morte del nonno, in cui si diceva onorata di appartenere alla sua famiglia. "Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola", racconta Messina Denaro. "Dai conti che faccio è poco più grande di Lorenza, quindi stessa generazione, e sicuramente si conoscono arche perché andavano nello stesso liceo negli stessi anni. Quello che so di questa ragazza: è cresciuta con la madre, ha studiato, ha fatto il liceo scientifico, poi si è laureata in architettura credo, ed oggi lavora sfruttando la sua laurea. - spiega- Fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo un paio di anni fa si è sposata con lo stesso, e la scorsa estate ha avuto una bambina. Vi ho raccontato la storia di lei perché ha fatto il necrologio, ma vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre".

"Ebbene, - sbotta - nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate, che voglio dire? È l'ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molo male". E riferendo una frase del necrologio conclude: "la mancanza del padre non è di per sè motivo di degenerazione educativa, è solo Lorenza che è degenerata nell'intimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente".

La dinasty di Messina Denaro

Quella di Messina Denaro, la storica famiglia di Castelvetrano, viene considerata una vera e propria Dinasty criminale. Che oggi, con l'arresto di Rosalia, perde un altro pezzo. Pur se sepolti dagli ergastoli e da centinaia di anni di carcere, indagati da sempre e per questo costretti a una maniacale cautela, non hanno mai abiurato la "fede" mafiosa. In principio fu don Ciccio, boss indiscusso del mandamento, morto in latitanza. Il suo corpo, pronto per la sepoltura, fu trovato il 30 novembre del 1998 per strada dopo una chiamata anonima alla polizia. Don Ciccio aveva quattro figlie femmine e due maschi. Dei maschi, l'erede designato al vertice della famiglia, Matteo, è stato catturato il 16 gennaio dopo una caccia lunga 30 anni. L'altro, Salvatore, il primogenito, scarcerato nel 2006 dopo avere scontato una condanna per mafia, è stato riarrestato con le stesse accuse nel 2010. Non è andata meglio alle figlie femmine e al resto della famiglia: sono in carcere Patrizia, condannata in via definitva a 16 anni per associazione mafiosa e il marito Vincenzo Panicola; è morto in cella Rosario Allegra, marito di Giovanna ed è detenuto al 41 bis Gaspare Como, marito di Bice.