Andrea Bonafede, il geometra che ha 'prestato' l'identit� a Matteo Messina Denaro, fu agganciato per la prima volta dal boss un anno fa nella zona di Campobello di Mazara.
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Andrea Bonafede, l'uomo che avrebbe 'prestato' l'identità a Matteo Messina Denaro (Ansa)

Palermo, 23 gennaio 2023 - I carabinieri del Ros hanno arrestato oggi Andrea Bonafede, l'uomo a cui Matteo Messina Denaro ha preso l'identità, utilizzata almeno negli ultimi due anni per curarsi in ospedali e cliniche. E' accusato di associazione mafiosa: gli inquirenti sono convinti che abbia 'prestato' volontariamente il suo nome e le sue generalità al superlatitante. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Palermo su richiesta del procuratore capo Maurizio de Lucia e dell'aggiunto Paolo Guido. Perquisita la casa del cugino, Emanuele Bonafede. Messina Denaro dal carcere: "Vi prego, trattatemi con farmaci e terapie migliori"  "Così Bonafede aiutava il boss" Il concessionario  Il figlio dell'autista  Il medico Tamburello   "Così Bonafede aiutava il boss" Il geometra Andrea Bonafede, 59 anni, è di Campobello di Mazara, il comune del Trapanese in cui viveva Messina Denaro, e in cui sono stati ritrovati gli appartamenti che erano in uso al padrino. Il primo 'covo' scoperto in vicolo San Vito era proprio di sua proprietà. Stando alla tesi della procura fatta propria dal giudice, il geometra avrebbe fornito il falso documento all'ex latitante, insieme alla falsa tessera sanitaria utilizzata per la chemioterapia, ed avrebbe anche acquistato la casa per il boss nonché l'auto, che risulta intestata alla madre 87enne. Già per il primo intervento chirurgico del novembre 2020, scrive il gip di Palermo Alfredo Montalto nell'ordinanza di custodia cautelare, "Messina Denaro ebbe a usare l'identità fornitagli da Bonafede certamente già in occasione del primo intervento chirurgico subito il 13 novembre 2020". Bonafede era uomo "d'onore riservato" del capomafia, scrive ancora il giudice. La sua condotta di fiancheggiatore sarebbe stata "sistematica e non episodica" e avrebbe consentito a Messina Denaro "non soltanto di proseguire la sua latitanza, ma altresì e soprattutto di mantenere il suo ruolo di comando nell'organizzazione mafiosa". Ruolo "ben dimostrato (...), al momento dell'arresto dalla sua (del latitante ndr) disponibilità di ingenti risorse economiche".  Bonafede "ha un'estrazione familiare compatibile con il ruolo di partecipe dell'associazione mafiosa, dal momento che egli è nipote del noto Bonafede Leonardo, già 'reggente' proprio della 'famiglia' mafiosa di Campobello di Mazara che ha protetto, quanto meno negli ultimi anni, la latitanza dello stesso Messina Denaro Matteo consentendogli di svolgere appieno il ruolo di capo indiscusso della consorteria di Cosa nostra nella provincia di Trapani".  In paese Messina Denaro, che conduceva di fatto una vita normale, non avrebbe usato il nome di Bonafede, ma un altro, proprio per non destare sospetti. Il concessionario  Gl investigatori cercano di ricostruire la rete di protezione che si era creata intorno a Messina Denaro. Per questo hanno sentito oggi il titolare della concessionaria di Palermo che ha venduto l'auto, un'Alfa Giulietta nera, al boss, rinvenuta dalla polizia in un'area/parcheggio a Campobello di Mazara. L'uomo avrebbe affermato che la macchina è stata comprata personalmente da Messina Denaro con un documento di Andrea Bonafede e con moneta tracciabile. La vettura è risultata intestata alla madre del geometra Bonafede.  Il figlio dell'autista  Tra le persone ascoltate dalla polizia giudiziaria anche Vincenzo Luppino, figlio di Giovanni, noto ormai come l'autista del boss, arrestato con lui una settimana fa alla clinica La Maddalena di Palermo. "Mio padre ha già fornito la sua versione durante l'interrogatorio e io credo a quanto ha detto", ha detto Vincenzo parlando con i cronisti  davanti il magazzino di via B a Campobello di Mazara che oggi pomeriggio la Scientifica sta perquisendo. Il locale è di Luppino che, con la moglie, vive nell'appartamento a fianco. "Io non conosco Matteo Messina Denaro e non l'ho mai incontrato - ha detto - noi siamo una famiglia di lavoratori che si spaccano la schiena ogni giorno a lavorare". I Luppino, Giovanni con i due figli, gestiscono un centro di ammasso e commercializzazione di olive da mensa proprio a Campobello di Mazara.  Il medico Tumbarello Altra figura sotto la lente degli inquirenti è quella di Alfonso Tumbarello, il medico di Messina Denaro che aveva in cura il boss ma anche il vero Bonafede. Secondo la ricostruzione del programma di inchiesta Report, il professionista, massone, fungeva da mediatore tra il latitante e Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, insegnante, massone anche lui. Vaccarino era stato reclutato dal Sisde, diretto allora da Mario Mori, con l'obiettivo di proprio di stanare il padrino. I due si sarebbero scambiati varie lettere e note confidenziali sotto mentite spoglie: Messina Denaro si presentava come "Alessio" e a Vaccarino aveva attribuito il nome di "Svetonio", lo storico di epoca romana. Per prendere contatti con il boss, Vaccarino si sarebbe rivolto proprio ad Alfonso Tumbarello, che avrebbe subito organizzato nel suo studio un incontro tra Vaccarino e Salvatore Messina Denaro, fratello del capomafia. "Appena ho sentito il nome del medico, ho fatto un balzo sulla sedia perché Alfonso Tumbarello non è un personaggio da poco", dichiara alle telecamere di Report Teresa Principato, che come componente della Dda di Palermo (è stato procuratore aggiunto tra il 2009 e il 2017) per anni ha dato la caccia al latitante".  Intanto proseguono le indagini nel paese del Trapanese, anche con l'utilizzo del geo radar, alla ricerca di altri ambienti nella disponibilità del boss.

Cronaca

Palermo, 23 gennaio 2023 - I carabinieri del Ros hanno arrestato oggi Andrea Bonafede, l'uomo a cui Matteo&nbsp;Messina Denaro ha preso l'identità, utilizzata almeno negli ultimi due anni per curarsi in ospedali e cliniche. E' accusato di associazione mafiosa: gli inquirenti sono convinti che abbia 'prestato' volontariamente il suo nome e le sue generalità al superlatitante.&nbsp;Il provvedimento è&nbsp;stato disposto dal gip di Palermo su richiesta del procuratore capo Maurizio de Lucia e dell'aggiunto Paolo Guido. Perquisita la casa del cugino, Emanuele Bonafede. 
<a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/messina-denaro-news-oggi-malattia-pistola-1.8482795">Messina Denaro dal&nbsp;carcere: "Vi prego, trattatemi con farmaci e terapie migliori"</a> 
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Bonafede era uomo&nbsp;"d'onore riservato" del capomafia,&nbsp;scrive ancora il giudice. La sua condotta di fiancheggiatore sarebbe stata "sistematica e non episodica" e avrebbe consentito a Messina Denaro "non soltanto di proseguire la sua latitanza, ma altresì&nbsp;e soprattutto di mantenere il suo ruolo di comando nell'organizzazione mafiosa". Ruolo "ben dimostrato (...), al momento dell'arresto dalla sua (del latitante ndr) disponibilità&nbsp;di ingenti risorse economiche".&nbsp; 
Bonafede "ha un'estrazione familiare compatibile con il ruolo di partecipe dell'associazione mafiosa, dal momento che egli è nipote del noto Bonafede Leonardo, già 'reggente' proprio della 'famiglia' mafiosa di Campobello di Mazara che ha protetto, quanto meno negli ultimi anni, la latitanza dello stesso Messina Denaro Matteo consentendogli di svolgere appieno il ruolo di capo indiscusso della consorteria di Cosa nostra nella provincia di Trapani".&nbsp; 
In paese Messina Denaro, che conduceva di fatto una vita normale, non avrebbe usato il nome di Bonafede, ma un altro, proprio per non destare sospetti. 
<h2 class="title-paragraph"><a id="concessionario" name="concessionario" rel="nofollow">Il concessionario&nbsp;</a></h2> 
Gl investigatori cercano di ricostruire la rete di protezione che si era creata intorno a Messina Denaro. Per questo hanno sentito oggi il titolare della concessionaria di Palermo che ha venduto l'auto, un'Alfa Giulietta nera, al boss,&nbsp;rinvenuta dalla polizia in un'area/parcheggio a Campobello di Mazara. L'uomo avrebbe affermato che la macchina è stata comprata personalmente da&nbsp;Messina Denaro con un documento di Andrea&nbsp;Bonafede e con moneta tracciabile.&nbsp;La vettura è risultata intestata alla madre del geometra Bonafede.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph"><a id="autista" name="autista" rel="nofollow">Il figlio dell'autista&nbsp;</a></h2> 
Tra le persone ascoltate dalla polizia giudiziaria anche Vincenzo Luppino, figlio di Giovanni, noto ormai come l'autista del boss, arrestato con lui una settimana fa alla clinica La Maddalena di Palermo. "Mio padre ha già fornito la sua versione durante l'interrogatorio e io credo a quanto ha detto", ha detto Vincenzo parlando con i cronisti&nbsp; davanti il magazzino di via B a Campobello di Mazara che oggi pomeriggio la Scientifica sta perquisendo. Il locale è di Luppino che, con la moglie, vive nell'appartamento a fianco. "Io non conosco Matteo Messina Denaro e non l'ho mai incontrato - ha detto - noi siamo una famiglia di lavoratori che si spaccano la schiena ogni giorno a lavorare". I Luppino, Giovanni con i due figli,&nbsp;gestiscono&nbsp;un centro di ammasso e commercializzazione di olive da mensa proprio a Campobello di Mazara.&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph"><a id="medico" name="medico" rel="nofollow">Il medico Tumbarello</a></h2> 
Altra figura sotto la lente degli inquirenti è quella di Alfonso Tumbarello, il medico di Messina Denaro che aveva in cura il boss ma anche il vero Bonafede. Secondo la ricostruzione del programma di inchiesta Report, il professionista, massone, fungeva da mediatore tra il latitante&nbsp;e Antonio Vaccarino, ex sindaco di Castelvetrano, insegnante, massone anche lui.&nbsp;Vaccarino era stato reclutato dal Sisde,&nbsp;diretto allora da Mario Mori, con l'obiettivo di proprio di stanare il padrino. I due si sarebbero scambiati varie lettere e note confidenziali sotto mentite spoglie: Messina Denaro si presentava come "Alessio"&nbsp;e a Vaccarino aveva attribuito il nome di "Svetonio", lo storico di epoca romana. 
Per prendere contatti con il boss, Vaccarino si sarebbe rivolto proprio ad Alfonso Tumbarello, che avrebbe subito organizzato nel suo studio un incontro tra Vaccarino e Salvatore Messina Denaro, fratello del capomafia.&nbsp;"Appena ho sentito il nome del medico, ho fatto un balzo sulla sedia perché Alfonso Tumbarello non è un personaggio da poco", dichiara alle telecamere di Report Teresa Principato, che come componente della Dda di Palermo (è stato procuratore aggiunto tra il 2009 e il 2017) per anni ha dato la caccia al latitante".&nbsp; 
Intanto&nbsp;proseguono le indagini nel paese del Trapanese,&nbsp;anche con l'utilizzo del geo radar,&nbsp;alla ricerca di altri ambienti nella disponibilità del boss.&nbsp;

Messina Denaro, arrestato il vero Andrea Bonafede: "Così aiutava il boss"

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L'alter ego del superlatitante è accusato di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti avrebbe comprato la casa e l'auto per il boss, gli avrebbe fornito carta d'identità e tessera sanitaria. Era il suo "uomo d'onore riservato". Perquisita la casa del cugino

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