Messa in mare, don Mattia Bernasconi indagato per offesa alla religione cattolica

L'inchiesta della Procura di Crotone. Il sacerdote milanese: chiedo scusa. Non era assolutamente mia intenzione banalizzare l'Eucarestia"

Don Mattia Bernasconi durante la celebrazione della messa

Don Mattia Bernasconi durante la celebrazione della messa

Crotone, 27 luglio 2022 - Dopo le polemiche anche i guai giudiziari.  Don Mattia Bernasconi, il prete della parrocchia San Luigi Gonzaga di Milano che ha celebrato messa in mare a Crotone a conclusione di un campo di volontariato di Libera, risulta iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Crotone che ha aperto un fascicolo sulla celebrazione avvenuta domenica ad  Alfieri su un materassino gonfiabile.

Il parroco è milanese indagato per offesa a confessione religiosa. L'iniziativa del procuratore Giuseppe Capoccia nascerebbe, secondo quando appreso in ambienti giudiziari, dall'esame di articoli e foto apparsi soprattutto sui social che avrebbero arrecato offesa alla religione cattolica. "Sotto indagine? A me non risulta, non ho ricevuto niente. Magari - ha detto don Marria Bernasconi - deve ancora arrivare, non saprei. Ma vorrei evitare di continuare a parlare di questa vicenda, ho detto quello che avevo da dire, quindi basta così". 

Le scuse di Don Mattia

"Poche ma sentite righe per chiedere scusa per la celebrazione di domenica 24 mattina nelle acque del mare di Capo Colonna" , ha scritto don Mattia Bernasconi, dopo che la sua "Messa in mare" è stata pubblicata su svariati socvial e siti di informazione.  "Non era assolutamente mia intenzione banalizzare l'Eucarestia né utilizzarla per altri messaggi di qualunque tipo, si trattava semplicemente della Messa a conclusione di una settimana di lavoro con i ragazzi che hanno partecipato al campo e il contesto del gruppo (ragazzi che per una settimana hanno celebrato e lavorato con me) mi è sembrato sufficientemente preparato per custodire la sacralità del Sacramento anche nella semplicità e nella poverta' dei mezzi". "Spero che possiate comprendere le mie buone intenzioni, macchiate da troppa ingenuità, e accettare la mia sincera richiesta di perdono", conclude nella lettera di scuse inviata all'arcivescovo metropolita, monsignore Mario Delpini, ai vicari episcopali, ai confratelli e a tutti i fedeli. 

 

La messa anomala 

L'idea di celebrare la Messa in mare era venuta a don Mattia  Bernasconi,  a Crotone con i ragazzi della sua parrocchia per partecipare a un campo della legalità di Libera. L'ultimo giorno di permanenza, il gruppo voleva trascorrere una giornata al mare e per la Messa - era domenica - hanno pensato di celebrarla nella pineta di un campeggio, ma lo spazio era occupato. "Faceva molto caldo - aveva spiegato don Mattia - e così ci siamo detti: perché non fare messa in acqua? Una famiglia ci ha sentito ed ha messo a disposizione il loro materassino che abbiamo trasformato in altare. È stato bellissimo".

La storia

Il sacerdote ed i suoi ragazzi hanno partecipato ad un campo che si è tenuto nella cooperativa Terre Joniche-Libera Terra che gestisce i terreni confiscati alla cosca di 'ndrangheta degli Arena di Isola Capo Rizzuto partecipando a escursioni e incontri con chi combatte in prima linea la 'ndrangheta. Ieri, sulla vicenda, è intervenuta anche la Diocesi di Crotone per evidenziare che "in alcuni casi particolari, in occasione di ritiri e campi scuola e nei luoghi di vacanza, è anche possibile celebrare la Messa fuori dalla chiesa. Bisogna, però, prendere sempre contatti con i responsabili ecclesiali del luogo in cui ci si trova per consigliarsi sul modo più opportuno di realizzare una celebrazione eucaristica di questo genere. Soprattutto . ha sottolineato la Diocesi - è necessario mantenere quel minimo di decoro e di attenzione ai simboli richiesti dalla natura stesse delle celebrazioni liturgiche".

 

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