Messa di Natale 2020, l'omelia di Papa Francesco: "Aiutiamo chi soffre"

Circa 200 fedeli nella basilica. Messa della vigilia anticipata per cosentire a tutti di tornare a casa entro le 22

Città del Vaticano, 24 dicembre 2020 - Si celebra la Messa di Natale, anticipata per rispettare il coprifuoco. Papa Francesco parla dalla basilica di San Pietro. La celebrazione, a seguito delle misure anti-Covid, si è svolta con un numero contingentato di fedeli, circa 200 in una basilica che normalmente ne contiene 7mila.

Natale Covid: messa di mezzanotte col Papa anticipata

Quest'anno le emittenti collegate per la Messa sono 120, mentre per l'Urbi et Orbi del 25 dicembre alle 12 sono previsti almeno 150 enti collegati a cui si aggiunge il pubblico dei fedeli che seguirà le celebrazioni attraverso Internet. Oltre all'offerta plurilinguistica dei commenti, si aggiunge, come già avvenuto durante le celebrazioni del Triduo Pasquale, un servizio di traduzione in Lingua dei Segni per le persone con disabilità uditive e comunicative.

L'omelia di Papa Francesco

"La nascita di Gesù è la novità che ci permette ogni anno di rinascere dentro, di trovare in Lui la forza per affrontare ogni prova" ha detto Papa Francesco nell'omelia. "Sorella, fratello, non perderti d'animo. Hai la tentazione di sentirti sbagliato? Dio ti dice: 'No, sei mio figlio!'. Hai la sensazione di non farcela, il timore di essere inadeguato, la paura di non uscire dal tunnel della prova? Dio ti dice: 'Coraggio, sono con te'".

"Abbiamo bisogno di lasciarci attraversare dal suo amore gratuito, instancabile, concreto - ha detto ancora Papa Francesco nel corso dell'omelia -. Quante volte invece, affamati di divertimento, successo e mondanità, alimentiamo la vita con cibi che non sfamano e lasciano il vuoto dentro. Il Signore, per bocca del profeta Isaia, si lamentava che, mentre il bue e l'asino conoscono la loro mangiatoia, noi, suo popolo, non conosciamo Lui, fonte della nostra vita. E' vero: insaziabili di avere, ci buttiamo in tante mangiatoie di vanità, scordando la mangiatoia di Betlemme".

Aiutare gli altri invece che piangersi addosso: è l'invito di Papa Francesco. "Dio è nato bambino - ha detto il Papa - per spingerci ad avere cura degli altri. Il suo tenero pianto ci fa capire quanto sono inutili tanti nostri capricci, e ne abbiamo tanti. Il suo amore disarmato e disarmante ci ricorda che il tempo che abbiamo non serve a piangerci addosso, ma a consolare le lacrime di chi soffre".

"Siamo figli amati - ha sottolineato il Papa - Questo è il cuore indistruttibile della nostra speranza, il nucleo incandescente che sorregge l'esistenza: al di sotto delle nostre qualità e dei nostri difetti, più forte delle ferite e dei fallimenti del passato, delle paure e dell'inquietudine per il futuro, c'è questa verità: siamo figli amati".