Giovedì 18 Aprile 2024

Meredith, quindici anni dall’omicidio La sorella: "Ancora troppi lati oscuri"

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PERUGIA

Quindici anni passati e una verità giudiziaria claudicante. "Non mi sento rasserenata sul risultato", si sfoga, con il suo legale Francesco Maresca, Stephanie Kercher. Sua sorella Meredith, la notte tra il Primo e il 2 novembre del 2007, è stata uccisa a Perugia. Per la giustizia italiana l’unico responsabile è l’ivoriano Rudy Guede: condannato a 16 anni con il rito abbreviato, per l’accusa quella notte era assieme a Raffaele Sollecito e Amanda Knox nella casa di via Pergola. Ma dopo un’altalena di sentenze, il colpo di spugna della Cassazione: Raffaele e Amanda innocenti. Quel ’concorso’ del giovane ivoriano resta appeso a un filo che non porta più a nulla. O meglio, porta ai dubbi di Stephanie Kercher: "Non per perseguire persone innocenti, ma per capire se la decisione finale è stata che Guede abbia agito da solo o che ci fossero altri coinvolti, ma non si può confermare chi sono questi altri altri, per mancanza di prove o per prove compromesse", ha chiesto ancora all’avvocato.

Nel frattempo, Guede, poco più che ventenne allora, oggi un uomo di quasi 36 anni, ha già scontato la sua condanna. "Rudy ha avuto uno sconto di pena per il buon comportamento in carcere – dice l’avvocato Maresca –. La sentenza di Rudy dice che c’erano altre persone che, a questo punto, sono rimaste sconosciute visto l’innocenza di Sollecito e Knox. Sicuramente questo rimane un grosso punto interrogativo in tutta la vicenda". E il movente? "L’ipotesi del gioco sessuale è stato un po’ messo da parte alla fine del processo da parte di Mignini ma non ci sono molte altre alternative circa il movente", aggiunge il legale dei Kercher.

Intanto, assieme al quindicesimo anniversario, si risveglia l’interesse sul caso. Sollecito e la Knox sono stati sorpresi insieme in Umbria la scorsa estate. Un incontro bollato come "di cattivo gusto" da ambienti vicini alla famiglia citati dal Daily Mail. E intanto Guede ha dato alle stampe il suo libro, ’Il beneficio del dubbio, la mia storia’. "Io non ho ucciso Meredith" ha ribadito in una recente intervista. "Un condannato impossibile. O forse il condannato ideale: il negretto senza famiglia, senza spalle coperte, senza un soldo...", la definizione che ha dato di sé. Anche l’ex pubblico ministero Giuliano Mignini pubblicherà presto un libro sulla vicenda che, per anni, ha tenuto due continenti con il fiato sospeso.

Stefano Brogioni