Covid, il fisico Battiston: "In estate non ripartirà. Emilia Romagna prima ad uscirne"

In ventiquattr’ore 93 vittime, zero in tre regioni: mai così da ottobre. Il fisico Battiston: "L'Emilia-Romagna sarà la prima a uscirne"

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La velocità di ritirata dell’epidemia sembra aver accelerato (in una settimana -15% decessi, -15% Rianimazioni, -18% ricoveri, -19% nuovi casi): cosa dicono i numeri?

"Che nonostante le aperture delle scuole il 7 aprile poi quelle delle regioni il 26 aprile, l’andamento ha cominciato a migliorare in modo significativo", risponde il professor Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale all’università di Trento ed ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana, colui che previde il picco di casi a novembre scorso.

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Il motivo?

"La diffusione dei vaccini. A oggi abbiamo coperto il 31% delle persone con almeno una dose e stimiamo a circa il 16% chi è guarito dalla malattia: dunque, il 40-45%, 24-27 milioni di italiani, ha una protezione da medio a buona. Questo significa che se uno incontra 100 persone, in termini di contagio, è come se ne vedesse 55: così l’indice Rt di Agenas viene ridotto della stessa percentuale. Oggi in Italia è a 0,76: un numero così basso non si vedeva dal luglio 2020".

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Quando arriveremo a zero nuovi casi giornalieri in Italia?

"Fare previsioni per l’Italia è impossibile perché ogni regione ha una propria andatura e piccoli focolai continueranno per mesi. Però, si può dire che l’Emilia Romagna oggi è la grande regione più virtuosa e in un mese sarà la prima a confrontarsi con una discesa di casi verso lo 0. A livello nazionale, se siamo stati attenti, per l’estate avremo un numero molto basso di contagi".

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E zero decessi?

"Per l’ultimo decesso potremmo aspettare qualche mese. Nell’ultima settimana ci sono stati 1.457 decessi, mentre a fine marzo erano più di 3mila: -50% in un mese e mezzo".

Ci può dare la data che segneremo sul calendario: quando il nuovo Coronavirus non detterà più l’agenda dell’Italia?

"Sarebbe bello, ma ci sono andamenti diversi da area ad area. Nel mese scorso i parametri sono crollati del 60% e il prossimo sarà migliore ancora: il muro del vaccino ha preso il sopravvento. Ma non bisogna abbassare la guardia: ci sono ancora 320mila attualmente positivi ufficiali, più tre volte tanti non registrati. Dovremo evitare di perdere il controllo con l’arrivo dei turisti stranieri e lo spostamento degli italiani".

Analizzando le curve del 2020 e del 2021 ci sono similitudini. Eppure l’anno scorso non c’erano i vaccini: quanto hanno inciso lockdown duro e stagionalità del virus?

"Stare più all’aperto aiuta a ridurre i contagi ed è vero che i raggi ultravioletti sterilizzano, ma la stagionalità non è il punto cruciale. L’anno scorso abbiamo avuto un lockdown estremo: dopo il picco di infetti a metà aprile 2020, sono serviti due mesi per vedere la curva scendere in modo significativo. Il fenomeno di decrescita attuale è diverso da quello del 2020: grazie ai vaccini ora è più solido".

Quando avremo toccato il minimo storico dei contagi e della pressione sulle strutture ospedaliere, proseguendo con i vaccini cosa succederà?

"Figliuolo vuole arrivare al milione al giorno di vaccini, sta spingendo al massimo. A fine giugno potremo essere a 70-75% e a quel punto non ci sarà più il pericolo di una ripresa dell’epidemia. In Israele hanno tolto le mascherine due settimane dopo aver immunizzato il 55% della popolazione".

Si può dire in modo definitivo che le riaperture, tra scuola e regionali del 26 aprile, sono state ben mitigate dalle vaccinazioni, tanto da non provocare rialzi preoccupanti nella diffusione?

"Se guardiamo i dati, direi di sì. L’epidemia è fortemente calata. Quindi sì. In Emilia-Romagna, dove si è vissuta una brutta seconda ondata, questo effetto è maggiormente visibile: l’Rt ora è in discesa sotto 0,5. Il numero degli infetti è di 24mila, mentre a settembre 2020 erano 4.600: entro 1-2 settimane la regione arriverà a quella cifra. Da marzo 2020 l’epidemia è calata di due terzi. Nell’ultima settimana ci sono stati 75 morti, a fine marzo erano 370: cinque volte meno in un mese e mezzo".

Lei che è un uomo di numeri, quale dato la stupisce di più?

"Se oggi guardiamo i nuovi infetti di Germania e Francia, notiamo che sono il doppio o il triplo dell’Italia. Nonostante si dica che Berlino e Parigi vaccinano più persone rispetto a Roma, noi abbiamo un’intensità minore dell’epidemia: significa che complessivamente stiamo lavorando bene, dalla sanità ai vaccini, fino ai comportamenti individuali".