Martedì 23 Aprile 2024

Meloni rassicura gli Usa "Ma se vinco sarò premier"

Battagliera in Italia, la leader di Fd’I usa toni concilianti alla tv americana

di Alessandro Farruggia

Salvini a Lampedusa, Meloni impegnata in duplice veste: rassicurante statista parlando con Fox news, aggressiva leader della destra a Studio Aperto. Georgia Meloni alla tv conservatrice americana si ancora all’atlantismo. "L’Occidente – dice – può contare su di noi ma anche noi vorremmo poter contare sull’Occidente. Una delle cose, la più importante che possiamo fare, è tagliare il gas russo. Fd’I è stato il partito che pur essendo all’opposizione, ha aiutato il governo Draghi a fare tutto ciò che l’Italia doveva fare per assistere l’Ucraina". "L’invasione dell’Ucraina – dice – è la punta dell’iceberg di un conflitto che ha come obiettivo la revisione dell’ordine mondiale. Per questo noi siamo sicuri di dove deve stare l’Italia per difendere il proprio interesse nazionale". E Meloni non nega le sue ambizioni. "I sondaggi dicono che nelle prossime elezioni Fd’I, che è in testa, potrebbe vincere con la coalizione di centrodestra. Io sono il leader di quel partito. Poi vediamo. Potrei essere la prima donna a guidare il governo nella storia d’Italia. Sarebbe per me un grande onore come lo è stato essere la prima donna a guidare un partito europeo, l’Ecr".

In Italia i toni sono diversi, e le priorità sono su immigrazione, tasse, energia, presidenzialismo. "Il tema degli sbarchi – dice Meloni a Italia 1 – si deve affrontare col blocco navale, una missione europea, da concordare con le istituzioni europee, per trattare insieme alla Libia la possibilità che si fermino i barconi in partenza, l’apertura in Africa degli hotspot nei quali fare la valutazione di chi ha diritto a essere rifugiato e di chi no. Occorre smetterla di considerare profughi e irregolari la stessa cosa: è una falsità costruita in questi anni dalla sinistra".

Tra i molti motivi dell’insistenza sul tema immigrazione c’è anche quello di arginare su questo tema Matteo Salvini, che a tornare al Viminale punta. "Stiamo maturando l’idea – dice lui nella seconda giornata della sua missione sulle isole Pelagie – e lo proporrò agli alleati, di un commissario straordinario proveniente o dall’esercito o dall’arma dei carabinieri a gestire i flussi per non gravare solo su Prefetture e Questure", oltre, naturalmente, al già annunciato ritorno dei decreti sicurezza e alla creazione di hotspot fuori dall’Ue, leggi in Tunisia, Algeria, Libia e Albania.

Con il programma in avanzato stato di elaborazione, il centrodestra mette a punto gli ultimi tasselli dell’alleanza. Si dovrebbe sciogliere lunedì il nodo dell’attribuzione dei seggi in quota centrista. A complicare la questione i due accorpamenti appena annunciati che vedono Noi con l’Italia di Maurizio Lupi fare un patto elettorale con Giovanni Toti, leader di Italia al Centro, d’accordo sul presentare un simbolo unitario mentre una altra intesa è stata sottoscritta da Lorenzo Cesa per l’Udc e Luigi Brugnaro di Coraggio Italia. Nei patti della scorsa settimana si era previsto di attribuire 11 seggi ai centristi, in particolare a Coraggio Italia e Noi con l’Italia. Ora la novità dell’ingresso in coalizione di Toti e la decisione dell’Udc di non correre più in lista con Forza Italia, cambia la cose: ai centristi potrebbero andare un paio di seggi in più. Non oltre.