Mercoledì 24 Aprile 2024

Meloni leader Ue: siamo destra di governo

Guiderà il gruppo dei conservatori all’Europarlamento, prima donna italiana. E rilancia la sfida per la leadership del centrodestra

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di Antonella Coppari

Ha telefonato a Berlusconi e al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Ma Salvini, la nuova presidente dei Conservatori e riformisti europei per ora non l’ha chiamato. Sarà lui, forse, a farlo per congratularsi: nel giorno dell’innegabile successo diplomatico, Giorgia Meloni non dimentica qual è la partita fondamentale che sta giocando. Tallonare il capo della Lega, togliergli la palma di leader di una destra unita più di nome che di fatto. I sondaggi confermano e confortano. Silvio, padre nobile ma sempre meno direttamente nell’agone, cala; cala anche il leghista che un anno fa era alle stelle. Lei, invece, guadagna: in questo, l’elezione all’unanimità, che le dà la palma di prima italiana a guidare un partito europeo, le regala un asso da calare al momento giusto.

Si può dire che non avesse grandi rivali, essendo l’unica leader in lizza, ma lo sdoganamento è palese, senza contare la rendita di posizione. I conservatori a Strasburgo sono un gruppo che dialoga direttamente con il Ppe, hanno peso e voce in capitolo. Due anni fa, il Carroccio aveva pensato di entrarci, ma la trama tessuta da Fitto – vicepresidente dell’eurogruppo Ecr – per l’ingresso di Fd’I era bene ordita per sfilacciarsi. Basta pensare a quanto l’ostilità della Ue ha pesato nel tracollo del governo gialloverde per capire l’importanza dell’accreditamento. La patente di affidabilità costerà forse qualche tono moderato in più, ma non è detto che all’elettorato non aggradi: "Tra uscire e obbedire ciecamente, si può stare in Europa a testa alta – spiega Meloni – l’Ecr è il vero partito dei sovranisti".

Insomma: questa presidenza è un passo avanti verso il riconoscimento da parte dell’Europa e l’interessata non perde l’occasione: "Dai mainstream abbiamo sentito che con noi l’Italia è isolata: è vero il contrario. C’è spazio per una destra di governo". Senza rinunciare al ruggito: leonessa d’Europa, l’hanno definita i fan prendendo spunto dal logo Ecr, un leone. Così, per il dialogo con l’esecutivo proposto da Franceschini non chiude la porta, ma nemmeno usa toni soft: "Fanno appelli, però non considerano le nostre proposte. Meno proclami e più fatti". A partire dal l’inserimento di quattro capitoli – natalità, sicurezza, ricostruzione aree terremotate, difesa marchio Italia – alle linee guida del Recovery fund.

Per la leader di quello che due anni fa era il terzo partito del centrodestra, staccato di parecchie lunghezze dagli altri due, la soddisfazione è giustificata, con un punto interrogativo più volte sollevato da Forza Italia: quanto un’alleanza basata sulla competizione interna possa trasformarsi in vera coalizione di governo. Salvini ha fin qui mancato l’obiettivo di imporsi come leader di tutti. Tra qualche tempo con quella missione potrebbe doversi misurare la presidente dei conservatori europei.