Meloni lancia un patto anti-inciuci Ma gli (ex?) alleati la snobbano

Resta il grande freddo nel centrodestra. Salvini: la chiamerò, malgrado gli insulti

Migration

di Ettore Maria Colombo

Giorgia Meloni (nella foto) ci riprova, a lanciare il "patto anti-inciucio" (questa volta dovrebbe ‘certificare’ che non vi saranno alleanze future con il Pd), ma senza fortuna. Il centrodestra resta un "alleanza sciolta come neve al sole", come ripete Matteo Salvini. La firma sul patto non la mettono né lui né Berlusconi. Eppure, la Meloni spiega di non temere di restare ai margini: "Il rischio isolamento per Fd’I non lo vedo. L’isolamento di Marine Le Pen in Francia, che non è alleata mia è alleata di Salvini in Europa, è legato alla specificità di quel sistema e di quella legge elettorale". E chiede di nuovo agli alleati una scelta di campo: "Noi stiamo con chi si prenderà l’impegno di scegliere di rappresentare questa metà campo piuttosto che rincorrere le sirene della sinistra".

Parole che restano lettera morta. Salvini si limita a un generico riferimento alla (ex) alleata: la chiamerò "nonostante la sequela di insulti che ha riversato su tutti". Poi fa sapere di non essere permaloso: "Tra l’altro sono bloccato a casa con il Covid...". Non entra nel merito Silvio Berlusconi che lancia il suo editoriale da Radio Montecarlo, incentrandolo sul caro-bollette ("chiediamo al governo di intervenire"), e sul rilancio della ricerca sull’energia. La ministra Mariastella Gelmini invita a evitare "drammatizzazioni" ma butta il pallone nel campo di Fd’I: "C’è una forza di destra che ha scelto di stare sugli spalti ma così ha diviso la coalizione". Intanto, la Meloni rilancia il presidenzialismo: "Una delle proposte che presenteremo è quella dell’elezione diretta del presidente della Repubblica da parte dei cittadini". Anche stavolta, nel centrodestra, nessuno la segue.