Meloni fedele alla Nato Mosca ha fallito

Bruno

Vespa

Al di là dei maldestri tentativi della Russia, la fedeltà alla causa atlantica e ucraina può essere inserita nel catalogo dei valori che stanno ispirando la politica e la campagna elettorale di Giorgia Meloni. Fedeltà alle alleanze internazionali, difesa degli interessi nazionali. A questo proposito, l’annuncio di esercitare il golden power ogni volta che gli stranieri cercano di prendere qualche pezzo iconico del nostro patrimonio imprenditoriale va accolto con favore. Mario Draghi ne ha fatto d’altra parte largo uso. Né è pensabile che una struttura strategica come la rete telefonica finisca sotto il controllo straniero. In questo momento, peraltro, l’elemento strategico per eccellenza è l’energia. Se è pazzesco rallentare i processi in corso sulle energie rinnovabili, lo sarebbe altrettanto non accelerare i tempi sul nucleare ‘pulito’ e sui rigassificatori. Tutte le centrali europee funzionano a pieno regime e la Germana ha bloccato il programma di dismissioni rimettendo peraltro in funzione anche le malfamate centrali a carbone. A proposito di rigassificatori, negli altri paesi sono tutti piantati in terra. In Italia i tre esistenti (La Spezia, Livorno e provincia di Rovigo) e i due in gestazione ( Piombino e Ravenna) sono in mare per i capricci delle popolazioni, che altrove non esistono. La Spagna ne ha sette (su terra,dove costano la metà) e nessuno batte ciglio. Vent’anni fa Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Enel, inviò una delegazione di Brindisi a Montoir in Francia a vedere il locale rigassificatore. Uno degli italiani chiese al sindaco perché lo avesse accettato e la risposta fu “Perché me lo ha chiesto la Francia”. Il rigassificatore di Brindisi non si è mai fatto. Dovesse andare a palazzo Chigi, Giorgia Meloni spieghi al sindaco di Piombino (FdI) che guida la protesta di tutte le forze politiche, che il rigassificatore serve all’Italia…