Meloni blinda la manovra: "Pos senza commissioni? Non si può fare"

La premier respinge al mittente le critiche: "Eliminarle è anticostituzionale". Ma sul bonus ai diciottenni fa parziale marcia indietro: "Resterà per i più indigenti"

Minimizza (ma respinge anche al mittente) le critiche di Bankitalia su Pos e contante. Solo "un approccio critico che non riguarda le principali misure della manovra". Spiega che non si possono eliminare le commissioni sulle transazioni via Pos "perché sarebbe incostituzionale". Conferma che l’app 18 sarà rivista, corretta e limitata in base al reddito e all’Isee. Dunque, scegliendo fior da fiore dalla sua agenda degli appunti, nella seconda puntata della sua rubrica social, una volta "riemersa dall’influenza" per cui ha saltato il vertice di Alicante, Giorgia Meloni mette a fuoco due, tre nodi critici della legge di Bilancio al centro delle polemiche negli ultimi giorni.

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Le sue note arrivano alla vigilia di un doppio passaggio cruciale: da un lato, il voto in commissione Bilancio alla Camera dei circa mille emendamenti rimasti dalla scrematura svolta in queste ore, dall’altro, la valutazione della Commissione europea, tecnicamente l’opinione, in arrivo nelle prossime 48 ore. Un verdetto che potrebbe determinare una frenata su alcune misure alla luce dei rilievi dell’Ue. Serve il disco verde sull’estensione della flat tax, oltre che sul Pos.

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, 45 anni
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Nel video con l’albero di Natale sullo sfondo, la leader di FdI ripercorre l’ultima settimana tirando fuori riflessioni e domande dal quadernetto. "Mediamente rispondo a più di quelle a cui rispondevano i miei predecessori", puntualizza, raccontando della "voglia di Italia nel mondo", dell’economia che "nell’ultimo trimestre cresce più che in Francia, Germania e Spagna", della "battaglia vinta in Europa su vino e carne", del piano per rendere l’Italia "sempre più un hub energetico". Ma anche delle minacce a lei e al ministro della Difesa Guido Crosetto.

"Un clima a tratti non piacevole", lo definisce aggiungendo che "non siamo gente che si fa facilmente spaventare: abbiamo fatto le nostre scelte, difendiamo quelle scelte, andiamo avanti. Ci possono fermare solo gli italiani in libere e democratiche elezioni". In primo piano, però, ci sono i nodi della manovra. "La moneta elettronica – spiega – è privata, è un servizio offerto e lo Stato non può impedire a chi offre quel servizio di guadagnarci sopra una commissione. Probabilmente questa è la ragione per cui la Banca d’Italia fa le sue valutazioni sul tema dell’innalzamento del tetto al contante".

La premier constata invece con soddisfazione il limite a 10mila euro (il doppio di quanto previsto dal governo in manovra) fra i punti concordati dal Consiglio dell’Ue sul regolamento antiriciclaggio: "Significa che l’Ue vuole favorire gli evasori? Non credo, probabilmente abbiamo ragione noi". Correzione in corsa, però, sul bonus cultura per i diciottenni. Dopo l’emendamento di maggioranza che puntava ad abrogarlo, la presidente del Consiglio chiarisce che l’obiettivo non è abolirlo ma introdurre un tetto al reddito per chi lo riceve, perché "non c’è ragione" che vada "al figlio di un milionario, di un parlamentare o a mia figlia".

Passando agli emendamenti, uno caldeggiato da Confedilizia, presentato dalla maggioranza e dal Pd, prevede che la quota del Reddito di cittadinanza per l’affitto vada direttamente al proprietario, per contrastare le morosità. Un altro di Noi moderati punta a salvare le scuole mantenendo il rapporto un preside ogni 500 alunni (300 nelle piccole isole e comunità montane). Una proposta bipartisan è per il rilancio dei Giochi della Gioventù, e un’altra mira a estendere la riduzione dell’Iva al 5% anche per il settore del teleriscaldamento. È una corsa contro il tempo per chiudere entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. Dopo il via libera alla Camera, il voto in Senato è previsto fra il 27 e il 29 dicembre.