Giovedì 25 Aprile 2024

Pallone vietato in piazza, Ciccio Graziani: "Le nostre partite infinite, ora solo auto"

La scelta del sindaco di Melendugno (Lecce). Il campione Mundial: troppi ragazzini allontanati dallo sport

Francesco ’Ciccio’ Graziani, 69 anni

Francesco ’Ciccio’ Graziani, 69 anni

Ha vinto un Mondiale, uno scudetto, la classifica dei goleador italiani e allenato i giovani calciatori. Oltre a essere cresciuto ’in strada’, a essersi fatto da solo. Francesco ’Ciccio’ Graziani, di calcio e di adolescenza qualche cosa da dire ce l’ha.

Una volta era impossibile avvicinarsi al calcio, non passando dalla partitella nella piazza del paese. Anche lei ha esordito da bimbo sbucciandosi le ginocchia così?

"Ogni tanto torno nel mio paese natale (Subiaco, nel Lazio, ndr ) e non lo riconosco più. Noi giocavamo in piazza, eccome. Ma nella ’mia’ piazza adesso non c’è più nulla, se non automobili: manca lo spazio fisico per fare divertire i bimbi".

Cosa sta succedendo, se un sindaco vieta ai bimbi di giocare a calcio in piazza?

"Succede che i tempi sono cambiati: le piazze non sono più quelle di una volta. La fortuna dei bimbi di oggi è che ci sono molte più squadre dilettantistiche che offrono situazioni sportive e di divertimento ottime. Il nostro era un mondo totalmente diverso: una persona su dieci aveva la macchina, ora ci sono venti auto per dieci cittadini. E in ogni piazza si può transitare, quindi diventa anche pericoloso lasciare i bimbi giocare. Anche nelle strade è così, infatti le madri non lasciano più i bimbi scorrazzare come un tempo".

Oratori chiusi, piazze vietate, campetti distrutti, settori giovanili che cacciano via i bambini perché fanno selezione. Così allontaniamo i bimbi dal divertimento. Se l’Italia non va al Mondiale da due edizioni, potremmo partire da qui per risalire?

"Certo, dobbiamo fare innamorare nuovamente i più piccoli degli sport. Questo è investire sulle nuove generazioni".

Poi, chi non pratica sport si ’spappola’ il cervello per ore attaccato allo smartphone scorrendo col dito le foto sui social.

"Al giorno d’oggi ci sono troppi ragazzini dipendenti dalla tecnologia, attaccati agli iPad, chiusi in camera a giocare con la PlayStation. E dopo la pandemia la situazione è peggiorata: un bambino su quattro non fa sport".