Giovedì 18 Aprile 2024

Melania e l’attacco al Congresso "Si rifiutò di placare gli animi"

La portavoce le consigliò di scrivere un tweet in quelle ore drammatiche. Ma ottenne un secco no

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Stanno uscendo a raffica. Sembrano tutti ’libri vendetta’. Non è solo Donald Trump ad avere dei nemici che non parlano bene di lui. Adesso anche Melania Trump, la bella e silenziosa Melania che nel 2016 "dormiva mentre era in corso lo spoglio delle schede" non appare più la first lady compassionevole impegnata a non lasciare indietro gli indifesi. La sua ex portavoce Stephanie Grisham, diventata anche portavoce di Trump anche se non ha mai tenuto nessun breefing con i giornalisti, sta uscendo con un libro dal titolo ’Adesso accetto le vostre domande’. Nel testo l’ex modella viene descritta come una "Maria Antonietta sbrigativa, sconfitta e condannata".

Ma la reazione più forte che ha stupito la Grisham è stata lo scorso 6 gennaio, quando i trumpiani scatenati hanno assalito il Congresso e lei si è rifiutata di mandare un tweet per calmare gli animi. Quel giorno Grisham, assai preoccupata, le inviò un messaggio di testo nel quale le diceva: "Vuoi twittare che le proteste pacifiche sono un diritto di ogni americano, ma non c’è posto per l’illegalità e la violenza?". Melania rispose con un secco ’no’.

L’ex team della first lady ancora al lavoro in Florida, replica alle anticipazioni della Grisham dicendo: "L’intento dietro questo libro è ovvio: si tratta di un tentativo dell’autrice di redimersi dopo una pessima performance come portavoce, relazioni personali fallite e un comportamento non professionale alla Casa Bianca. Attraverso la menzogna e il tradimento, cerca di ottenere rilevanza e denaro alle spese di Melania Trump".

Ma di rivelazione in rivelazione, c’è una nuova tegola anche sul capo di Trump. Arriva con un secondo libro sul presidente bugiardo che Bob Woodward ha scritto con un altro reporter investigativo del Washington Post, Robert Casta. Il volume atteso a breve nelle librerie dopo il best seller ’Fear’, paura, si chiama ’Peril’, pericolo. E se sono fondate le rivelazioni dell’ex capo di stato maggiore Milley, l’America agli inizi di gennaio, negli ultimi 10 giorni di Trump al potere, di pericoli ne avrebbe corso uno grosso. Trump, vistosi accerchiato e sconfitto, pur di rimanere aggrappato al potere, aveva mandato messaggi segreti alle alte sfere del Pentagono lasciando intendere di essere pronto a colpire la Cina.

Giampaolo Pioli