Giovedì 18 Aprile 2024

Medjugorje, nuova bufera Scomunicata l’ex guida

Il bosniaco Vlasic aveva fondato una controversa comunità religiosa a Brescia. Era già stato ridotto allo stato laicale dall’ex Sant’Uffizio: manipola le coscienze

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di Beatrice Raspa

Era la guida spirituale dei veggenti di Medjugorje. Poi, dopo una serie di richiami inascoltati, si è inimicato tutta la Chiesa, che prima è corsa ai ripari ‘spretandolo’. E ora l’ha scomunicato. Ma lui, l’irriducibile Tomislav Vlasic, ancora minimizza con una scrollata di spalle: "Non mi è arrivata notizia di alcun provvedimento, mi riservo di rispondere alle accuse attraverso i canali della Fortezza immacolata".

La storia del discusso ex religioso originario della Bosnia Erzegovina, oggi 78enne, in bilico tra Uccelli di rovo e teoria e tecnica dei miracoli, si arricchisce di un nuovo capitolo. Mancava appunto solo la scomunica, la cui comunicazione è arrivata ieri dalla Congregazione per la dottrina della fede alla diocesi bresciana, dove Vlasic in questi anni ha continuato a fare apostolato mediante conferenze o incontri telematici. Da scomunicato, l’ex frate non potrà più prender parte come ministro della fede a cerimonie pubbliche , né celebrare o ricevere sacramenti. "Nel caso in cui il sig. Vlašic intendesse prendere parte alla celebrazione dell’eucarestia o a qualsiasi atto di culto pubblico, deve essere allontanato o si deve interrompere l’azione liturgica, se non si opponga una grave causa" fa sapere la Curia, che lo scorso gennaio aveva perso ufficialmente la pazienza e alzato i toni. "Con i suoi comportamenti e i suoi insegnamenti lede e compromette gravemente la comunione ecclesiale e l’obbedienza alle prescrizioni dell’autorità ecclesiastica" aveva tuonato il vescovo Pierantonio Tremolada.

Indossato il saio francescano, Vlasic si fece un nome a Medjugorje per essere stato il padre spirituale di sei veggenti che dissero di vedere la Madonna a ogni piè sospinto. A metà anni ‘80 saltò fuori che aveva avuto un figlio da una suora e fu allontanato. Ma l’ex prete non si perse d’animo: approdò in Italia nel 2005 e nella diocesi di Chieti-Vasto fondò un’associazione privata di fedeli che si ispirava alla spiritualità di Medjugorje. Nel 2006 aprì una succursale in una cascina nelle campagne di Ghedi, nella Bassa bresciana, autorizzata dall’allora vescovo Giulio Sanguineti. Una casa santuario denominata Fortezza dell’Immacolata, dove si discetta di resurrezioni, chiese parallele, ‘luci dell’esodo’. Nel 2009 l’ex Sant’Uffizio lo condannò alla dimissione dello stato clericale dopo le accuse di "diffusione di dubbia dottrina, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza verso gli ordini legittimamente costituiti e atti contro il sextum", vietandogli di esercitare l’apostolato, pena la scomunica. Che ora è nero su bianco.