Mercoledì 24 Aprile 2024

Medici vaccinatori, scudo penale in arrivo

Camici bianchi sotto inchiesta dopo alcune morti sospette, il governo corre ai ripari. Il ministro Gelmini: "Facciamoli lavorare tranquilli"

Il ministro per gli Affari regionali, l’azzurra Mariastella Gelmini

Il ministro per gli Affari regionali, l’azzurra Mariastella Gelmini

di Elena G. Polidori

Scudo penale. La richiesta dei medici vaccinatori all’indomani dell’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della procura di Catania, dei sanitari che hanno somministrato le dosi di AstraZeneca a tre uomini deceduti in seguito all’inoculazione, è diventata sempre più pressante. Tanto che ieri, dopo l’ennesimo appello lanciato da Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, è stato proprio il ministro della Salute, Roberto Speranza, ad aprire ad una possibile e rapida soluzione del problema. Anche per evitare che i medici, impauriti dalle possibili conseguenze penali, ritirino la disponibilità alla vaccinazione su larga scala.

"Credo sia una richiesta giusta e comprensibile – ha detto Speranza –, dobbiamo assumerla nel più breve tempo possibile. Il governo deve lavorare per dare una risposta positiva a questa richiesta". Stessi toni e stessa apertura da parte del ministro per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini: "È compito del governo mettere i nostri medici nelle condizioni di lavorare in totale tranquillità e sicurezza, senza correre il rischio di essere coinvolti in eventuali procedimenti giudiziari. È urgente un provvedimento".

La maggioranza che sostiene il governo Draghi sembra compatta sul tema ("È un passo necessario che deve essere fatto nel più breve tempo possibile", sostengono, ad esempio, i 5 Stelle, ma anche governatori regionali come il ligure Giovanni Toti) e infatti filtra da Palazzo Chigi la possibilità che entro la fine di questa settimana sia formulata la proposta di un provvedimento da sottoporre alla valutazione del cdm, anche se non è chiaro quale sarà – eventualmente – il tipo di strumento legislativo utilizzato e quale sarà l’arco temporale di ’copertura’ previsto per i medici somministratori (oltre 60mila).

La materia, al di là dell’emergenza del momento, non è infatti di semplice applicazione, anche alla luce della sentenza della Corte di Cassazione, resa nota ieri (la numero 7.354), che ha dato il suo via libera all’indennizzo di una vittima "per danni da vaccino, anche se il siero non è imposto, ma semplicemente raccomandato dalla Stato o dalle Regioni". Una sentenza arrivata alla fine di un lungo iter giudiziario durante il quale il Ministero della Salute aveva anche proposto ricorso. La Cassazione, insomma, ha affermato che non poteva farsi alcuna differenza tra l’iniezione ‘imposta’ e quella ‘raccomandata’, e dunque al ricorrente spettava l’indennizzo. Va anche ricordato che in passato lo scudo penale è stato chiesto per la vicenda Ilva dai nuovi gestori al fine di tutelarsi dalle inchieste sull’inquinamento della fabbrica risalenti agli anni precedenti e dai vertici delle banche, quando il governo si impegnò a garantire prestiti alle imprese senza le consuete istruttorie. In nessuno dei due casi lo scudo è stato concesso.