Medici in balìa di avvocati a caccia di soldi

Guido

Magnisi*

Medici e paramedici: santi, eroi, o manigoldi da inquisire? Nel primo novecento il rapporto medico-paziente viveva di sacrale deferenza del secondo nei confronti del primo. Nel salotto esclusivo dei notabili, penso a Durrenmatt, la figura centrale era il medico. Si moriva, ma lo si ringraziava, con un apologetico necrologio di circostanza per l’impegno profuso, non potendo tessere

il panegirico del risultato.

Oggi, una presunzione neopositivistica fa ritenere che la morte naturale siasarà solo un’ipotesi residuale. Se il nonno centenario, affetto da un’enciclopedia di patologie, muore, dietro la sua dipartita naturale si nasconderebbe l’errore del sanitario. Il familiare viaggia sul web, si riplasma su internet la patologia e la terapia dovuta. Ma il Covid 19

è pandemia nuova e allo stesso tempo “neo-medievale”. Orbene, nelle prima fase,

era stato previsto un emendamento, subito “cassato”, che sanciva l’impunità penale per gli operatori sanitari con il solo limite della colpa grave. Da allora, tutto tace. Sedicenti avvocati, con mercimonio della propria “professionalità”, reclamizzavano azioni “corali” contro asserite malasanità. Manzoni e Camus sono attuali: quando si muore soli, i parenti degli “appestati” si trovano a essere facili vittime di soggetti “appostati”, portatori di un’inopportuna sete di giustizia per travestirne il dolore. Da ultimo, il medico omicida vaccinatore. AstraZeneca: si parla di 25 casi sospetti su oltre 20 milioni di dosi. Dati statistici significativi di reali effetti collaterali, in nesso causale con il vaccino? E anche se così fosse, cosa c’entra il vaccinatore, per legge obbligato al modesto gesto clinico di una puntura? L’errore consisterebbe nell’iniettare un prodotto obbligato nei tempi, nei modi, nei soggetti, normativamente predeterminati, certificato dall’Ema! Una medicina difensiva e impaurita renderà impossibile anche una prescrizione di aspirina.

*Avvocato