Medici e infermieri no vax: in marcia su Roma

In un gruppo privato su Facebook con 18mila iscritti risposte deliranti contro l’obbligo vaccinale. "Il 21 aprile saremo a Montecitorio"

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di Giovanni Rossi

Chissà se verranno. E, nel caso, chissà quanti saranno. Su Facebook – pagina rigorosamente privata seppur con 18mila iscritti – cresce il tam tam dei sanitari no vax. Obiettivo: una grande manifestazione a Roma il prossimo 21 aprile alle 15 davanti a Montecitorio. Sono medici, infermieri, operatori socio sanitari, psicologi di tutta Italia uniti da una duplice battaglia professionale e identitaria: contro la vaccinazione anti-Covid e contro il decreto legge che di fatto impone alle categorie l’immunizzazione a tutela dei pazienti. Non un obbligo assoluto, ma una spinta di fatto alla profilassi personale, a meno di affrontare trasferimenti, demansionamento temporaneo e magari qualche perdita stipendiale rispetto a incarichi di prima linea. Il contrasto è totale. Decreto sacrosanto, secondo la ragion di Stato. Bieca imposizione, secondo la vulgata no vax che studia le contromosse in ambito social, sanitario, legale. La reazione più perfida? Produrre un certificato medico per rischio vaccinale.

La pagina Facebook in cui i malumori trovano sfogo si chiama ’No all’obbligo del vaccino per i sanitari uniamoci vinceremo’, che già a leggerlo così, tutto d’un fiato, fa venire voglia di una bombola d’ossigeno. Nell’ultima settimana la pagina ha raddoppiato i suoi iscritti. Che siano davvero tutti sanitari pare poco credibile. Quel che è invece sicuro – come l’Agi documenta – è il clima infuocato di commenti e proposte operative. Anche se il manifesto della trasferta ’Un solo obbligo: Riapri...Amo l’Italia’ sembra strizzare l’occhio più al malcontentoda restrizioni pandemiche che a specifiche ragioni mediche. Diversi post si occupano dell’organizzazione di bus per essere a Roma nella data ipotizzata. "Uniti si può vincere. È un momento buio e drammatico, dobbiamo essere coesi", è l’incitamento con lessico barricadero.

I sanitari che non vogliono vaccinarsi trovano sulla pagina Facebook conforto psicologico e spunti d’azione. C’è chi, in totale ribaltamento di ruolo, invita alla diserzione: "Non con gli avvocati si vince, ma con la nostra assenza. Interi reparti con un’improvvisa carenza di personale valgono più di 100 cause dispendiose". Infermieri o medici che pensano di darsi malati. Pare una barzelletta, eppure.

C’è anche ci chiede consigli tecnici: "Buongiorno, mi è arrivata poco fa la mail del mio Ordine (provincia di Roma). Come devo comportarmi quando mi arriverà la mail dalla Asl? Posso gentilmente contattare un avvocato?". Seguono nominativi per ricorsi. O consigli feroci: "Se si riceve una chiamata per fare il vaccino, bisogna rispondere con minacce di denunce per reato di stalking, invasione della privacy, attentato al diritto della libertà personale e grave attentato alla salute". Uno zoo per leoni da tastiera. Perché nella vita reale sono in pochissimi a dichiararsi. Fino allo scorso 1° aprile, a Roma, appena "3 medici no vax su 46mila – uno richiamato, uno sospeso, uno in attesa di giudizio", comunica il presidente dell’Ordine Antonio Magi, secondo il quale gli antagonisti del vaccino sono soprattutto "in altre categorie sanitarie", nei fatti meno vigilate.