Mercoledì 24 Aprile 2024

Medici di base, code e ambulatori in tilt. Famiglie senza assistenza

Fuga verso la pensione, 14 milioni di italiani nei prossimi 5 anni rischiano di perdere una figura di riferimento. L’emergenza riguarda soprattutto Lombardia, Veneto ed Emilia

Medico (Foto di repertorio)

Medico (Foto di repertorio)

Roma, 19 marzo 2018 - Quattordici milioni di italiani senza medico di famiglia nei prossimi cinque-otto anni. Un’emergenza che colpirà soprattutto il Nord dove già Lombardia ma anche Emilia Romagna e Veneto sono in sofferenza. Colpa di una programmazione insufficiente del turn over. Una carenza di personale che rischia di assestare il colpo di grazia a una professione già messa a dura prova dall’invadenza della burocrazia, dagli ingenti carichi di lavoro e dalla messa in discussione, per entrambi questi motivi, del rapporto di fiducia con il paziente.

Il rischio è il ricettificio, che il medico di base si riduca a un mero fornitore di ricette per farmaci, da ritirare, magari, nella farmacia vicina allo studio medico. "È chiaro che soffriamo di un eccesso di burocrazia – spiega Silvestro Scotti, segretario della Fimmg – ma negli ultimi tempi le richieste del paziente stanno cambiando: non è questione solo di ricetta o di essere indirizzati dallo specialista. Il medico di famiglia deve rappresentare un punto di riferimento, un primo e concreto aiuto". Se i numeri, però, si ridurranno la situazione non potrà che peggiorare.    Nei prossimi dieci anni, secondo le stime della Federazione italiana dei medici di medicina generale, i pensionamenti in calendario saranno 33.392. Da adesso al 2022 sono previsti in totale 14.908 pensionamenti nelle fila dei camici bianchi. L’anno nero, che registrerà il picco delle uscite, sarà proprio il 2022: quell’anno andranno in pensione 3.902 medici di famiglia nel giro di 12 mesi.

L’Italia è seconda solo alla Germania per il numero di medici ma nell’area della medicina di base si colloca nella fascia bassa della classifica con poco meno di 55 mila professionisti. Mentre in Germania ci sono 167,4 medici ogni centomila abitanti, in Italia ce ne sono 88,9, la metà. Ogni medico di famiglia assiste una media di 1.200 cittadini e pochi sono i professionisti giovani: già qualche anno fa più del 60% del totale risultava laureato da 27 anni o più. Che fare, dunque? "Non è che non abbiamo laureati in Medicina, il problema non è il numero chiuso ma la mancata programmazione – sottolinea Scotti – visto che dopo l’abilitazione occorre seguire un ulteriore corso di tre anni. Insomma, vengono formati mille nuovi medici di famiglia all’anno, perché quelle sono le borse di studio, e non possono compensare la carenza dei pensionamenti".

Sono le singole Regioni a stabilire il fabbisogno di medici di base, numero sottoposto al controllo della conferenza delle Regioni e del Ministero che ne valuta la compatibilità economica con bandi che mettono in palio un certo numero di convenzioni. Come stanno le cose? L’esempio della Lombardia è il paradigma della situazione: in una regione con 10 milioni di abitanti le borse di studio ammesse sono 80 ogni anno, da dieci anni, lo stesso numero della Campania che ha meno di 6 milioni di assistiti.   Spesso dei medici di base si parla quando "si intasa il pronto soccorso" e di certo la medicina generale ha perso attrattiva rispetto alla figura mitica del medico di un tempo. Tendenza che i dati confermano: ogni anno si registra un abbandono del 20% tra i medici in formazione. "Per spiegare il calo di fascino di questa specializzazione – sottolinea Scotti – dobbiamo anche tenere in considerazione una ragione pratica, economica: la borsa di studio di un medico, di base, è di 800 euro tassati al mese, quella di chi sceglie la specialistica di 1.800 non tassati". Quanto guadagnano i medici di base? Il concetto fondante del contratto è la quota capitaria: il medico riceve una quota per ogni assistito che lo sceglie ma, a differenza di qualche anno fa, per fare punteggio e guadagnare di più non conta il criterio dell’anzianità di laurea. Secondo la Fimmg a ogni medico di base vanno 3,5-4 euro a paziente al mese, al netto della ritenuta di acconto, poi ci sono ulteriori finanziamenti se il medico, ad esempio, si organizza in forme associate. Morale? Per la Federazione lo stipendio oscilla in una forbice tra i 95 mila euro e i 150 mila euro l’anno.