Mercoledì 24 Aprile 2024

Maxi retata, presi prima del colpo del secolo

Arrestate 31 persone, puntavano al caveau di una società di sicurezza con dentro 80 milioni di euro. Sequestrato un arsenale

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di Milla Prandelli

Spietati, preparatissimi, armati fino ai denti. Attenti ai dettagli in modo maniacale e coordinati come un vero commando militare. Eppure non si sono accorti di essere da mesi nel mirino della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Brescia che, con il coordinamento operativo della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, i poliziotti della Squadra Mobile di Brescia, i carabinieri del Ros e il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, con il determinante intervento dei poliziotti del Nocs, hanno arrestato 31 persone, accusate di essere rapinatori specializzati in assalti a furgoni blindati e caveau. E la legge stavolta è arrivata prima del reato. L’intenzione della gang era quelle di assaltare il caveau della società di sicurezza Mondialpol di Calcinato, nel Bresciano, dove in cassa c’erano circa 80 milioni di euro.

Per arrivare a Calcinato e rendere l’assalto rapidissimo la banda, composta per lo più da italiani originari di Cerignola, tutti con precedenti penali e alcuni ritenuti collegati a clan del foggiano e alla ’ndrangheta, nei mesi scorsi aveva rubato una ventina di veicoli da dare alle fiamme per isolare la zona dell’assalto e intralciare l’intervento delle forze dell’ordine. Molte vetture erano già piazzate. Nella disponibilità dei delinquenti, tra cui non mancano anche dei bresciani residenti tra Calcinato, Ospitaletto, Rovato e Gardone Valtrompia, c’era pure una ruspa che sarebbe servita a demolire le pareti della Mondialpol. Tra i malviventi anche due impiegati infedeli della Mondialpol, che hanno fatto da basisti. In totale le persone fermate sono 31. Il loro arresto sarà convalidato nei giorni prossimi. Si trovano in diverse carceri della Lombardia.

I componenti della banda criminale sarebbero partiti da Ospitaletto, Gardone Valtrompia, e da un capannone della frazione Pedrocca di Cazzago San Martino dove ufficialmente si allevavano caprette e animali da cortile, ma dove in realtà era custodito un vero e proprio arsenale composto da quattro Ak47, un fucile a pompa, una mitraglietta Uzi, una pistola con svariate munizioni, 21 bottiglie molotov e chiodi a quattro punte che sarebbero serviti a fermare le auto delle forze dell’ordine. Gli investigatori monitoravano i movimenti degli arrestati dallo scorso ottobre, seguendo tutte le fasi della pianificazione del colpo, tra cui i sopralluoghi e i viaggi dalla Puglia verso il Bresciano dei vari componenti del gruppo criminale. Al momento degli arresti un gruppo di persone era a Ospitaletto, l’altro a Gardone e il più numeroso a Cazzago San Martino, nel capannone dove il blitz è andato in scena a colpi di granate stordenti e fumogeni. In totale sono entrati in azione 300 tra poliziotti e carabinieri di cui 150 sono stati ospitati nelle ore precedenti alla scuola di formazione degli agenti di Brescia.