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Maturità 2018, la traduzione della versione di greco

Studenti del classico alle prese con l'Etica Nicomachea di Aristotele. Testo in italiano e commento a cura di Ambra Russotti, dell'Università di Bologna Le soluzioni della seconda prova di matematica Maturità 2018, seconda prova. Versione di greco c'è Aristotele. Tutte le tracce Maturità 2018, le tracce di italiano. Tutti i temi in pdf

Maturità 2018 (Ansa)

Maturità 2018 (Ansa)

Bologna, 21 giugno 2018 - La seconda prova della Maturità 2018 sottopone agli studenti del liceo classico una versione dall'Etica Nicomachea di Aristotele, naturalmente in greco. Si tratta di una raccolta di appunti del filosofo greco, ritenuta il primo trattato nella storia sull'etica. In questo brano si affronta il tema dell'amicizia. Ecco la traduzione corretta a cura di Ambra Russotti, Centro Studi 'La Permanenza del Classico' del Dipartimento di Filologia classica e Italianistica dell'Università di Bologna. Di seguito anche un commento al testo. 

 

TRADUZIONE - Detto ciò, si dovrebbe passare a trattare l’amicizia: si tratta infatti di un tipo di virtù, o di qualcosa che alla virtù si accompagna, ed è anche il bene più necessario per l’esistenza. Nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, neppure avendo a disposizione ogni altro bene: non a caso gli amici paiono indispensabili anche a chi naviga nell’oro, anche a chi possiede autorità o potere politico. Qual è infatti l’utilità di una simile abbondanza di beni se viene meno la generosità, che rivolta agli amici trova la sua espressione principale e più lodevole? Come può uno custodire e preservare tale prosperità senza amici? Quanto più è grande, tanto più è instabile. E poi, anche trovandosi in povertà o in mezzo a qualche altra disgrazia, gli uomini vedono negli amici l’unico rifugio. Ai giovani, l’amicizia serve a non sbagliare; ai vecchi serve a ricevere cure, e a far fronte al venir meno della capacità di agire causata dalla mancanza di forze; a chi è nel pieno del vigore, serve di sostegno per le belle imprese: infatti “due che fianco a fianco procedono” sono più capaci di pensare e di agire. Pare che un naturale sentimento di amicizia sia insito in chi genera nei confronti di chi è generato, e in chi è generato nei confronti di chi genera; e questo non accade soltanto negli uomini, ma anche negli uccelli e nella gran parte degli esseri viventi. Pare anche che vi sia spontanea e reciproca amicizia tra chi appartiene alla stessa specie, e questo accade soprattutto negli uomini: motivo per cui lodiamo i filantropi. Anche in viaggio ci si può render conto che ciascun uomo rappresenta per l’uomo cosa familiare e amica. Sembra infine che l’amicizia tenga insieme gli stati, e che i legislatori tengano più ad essa che alla giustizia. La concordia sembra essere simile all’amicizia: la ricercano più di ogni altra cosa, e più di ogni altra cosa tendono a evitare la discordia, poiché rappresenta l’ostilità.

Maturità 2018, le soluzioni della seconda prova di matematica

COMMENTO - L’amicizia viene presentata immediatamente come il bene più prezioso, letteralmente «quanto vi è di più necessario per l’esistenza»: indispensabile per gli uomini ricchi e potenti – garantisce loro la conservazione della propria fortuna e li mette nelle condizioni di sfruttarla in modo nobile e generoso –, costituisce allo stesso tempo l’unico conforto per l’uomo colpito da disgrazie. Né mancano conferme dalla natura: gli esseri viventi manifestano amicizia spontanea verso chi li ha messi al mondo e verso la prole; gli uomini, in particolare, tendono a provare simpatia per gli altri esseri umani. Il passo si conclude con una brevissima riflessione politica: è sulla concordia, simile all’amicizia, che si reggono gli equilibri di uno stato; contese e sedizioni, al contrario, vengono evitate proprio in quanto manifestazioni di inimicizia. Come ci si aspetta da Aristotele, i periodi sono brevi e la sintassi tutto sommato lineare, per quanto vagamente complicata da tre ottativi potenziali (due nelle primissime righe, uno nella parte conclusiva) e da qualche costruzione ellittica di comprensione non proprio immediata; pochi problemi dovrebbero aver dato le forme verbali, il cui riconoscimento rimane per gli studenti uno dei compiti più problematici nella traduzione dal greco, mentre qualche perplessità potrebbe aver destato l’inserimento della citazione omerica (Il. X, 224). Alla complessiva linearità della sintassi fa da contrappeso il lessico: in più di un caso la scelta interpretativa non è banale e richiede profonda comprensione dei concetti espressi.