Martedì 23 Aprile 2024

Mattia Sorbi, rientrato in Italia il giornalista ferito in Ucraina

Il freelance su Facebook: "Ho tanto da raccontarvi". La sua auto era stata colpita dall'esplosione di una mina

L'arrivo di Mattia Sorbi in Italia (Ansa)

L'arrivo di Mattia Sorbi in Italia (Ansa)

Roma, 17 settembre 2022 - Il giornalista italiano Mattia Sorbi, rimasto ferito in Ucraina il 31 agosto, è rientrato in Italia. Lo ha reso noto la Farnesina. Sorbi è rientrato in aereo, dopo una tappa nella Federazione Russa e a Istanbul, e atterrato a Milano. Il giornalista, che viaggia con assistenza medica, proseguirà le cure in Italia, fa sapere ancora nella nota il ministero delgi Esteri. Sorbi si trovava a Kherson quando era rimasto ferito dall'esplosione di una mina che aveva colpito l'auto su cui viaggiava.

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La Farnesina ringrazia "sentitamente la Croce Rossa Italiana e la Croce Rossa Russa per la collaborazione offerta nell'evacuazione umanitaria, assicurando cure ed osservazione medica durante l'intero percorso e curando i rapporti con tutte le Autorità coinvolte". L'Unità di Crisi è rimasta in costante collegamento con il connazionale ed i medici che lo hanno assistito. Mattia Sorbi proseguirà ora le cure presso le strutture specializzate, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana, per conseguire una piena riabilitazione.

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Sorbi è anche tornato a farsi vivo sui social. "Cari amici - scrive su Facebook - sono felice di potervi dire che sto rientrando in Italia grazie all'aiuto della Farnesina. Non preoccupatevi, sto bene e presto potrò darvi mie notizie! Ho tanto da raccontarvi!". 

"Siamo molto felici di essere riusciti a riportare casa Mattia Sorbi a cui faccio, a nome di tutta la Croce Rossa Italiana, gli auguri di pronta guarigione": così il presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. "Le società nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa - ha continuato Rocca - che non a caso si chiamano Consorelle, si sostengono sempre a vicenda. Siamo lieti che anche questa volta, in un contesto così complesso e tragico, la nostra 'rete umanitaria' abbia funzionato. La neutralità non è solo un nostro principio fondamentale, ma è un qualcosa capace di fare la differenza tra la vita e la morte in zone di crisi e di guerra: neutralità significa essere in grado di salvare vite, quando tutti gli attori coinvolti rispettano i nostri team e il personale sanitario, garantendoci l'accesso umanitario. Grazie alla Croce Rossa russa e al suo presidente, Pavel Savchuk, per il supporto in questa delicata operazione che, insieme all'Unità di Crisi della Farnesina, ci ha permesso di riportare in Italia il nostro connazionale".