Giovedì 25 Aprile 2024

Matteo Messina Denaro, la maestra e i pizzini d’amore: "Ci apparteniamo nel bene e nel male"

Arrestata Laura Bonafede, amante di Messina Denaro. Il gip: è stata la custode della sua latitanza . Nelle lettere sentimenti di "venerazione e gelosia". Indagata per favoreggiamento anche la figlia Martina.

Una lunga storia d’amore. Quella tra il superboss Matteo Messina Denaro e la maestrina Laura Bonafede, 55 anni, figlia del padrino Nardo, è durata quasi 27 anni. Ora è tutto finito. Matteo è al 41-bis nel supercarcere di L’Aquila, Laura è stata arrestata ieri perché i pm sono convinti che lei non fosse una delle tante amanti del capomafia, ma una compagna di vita. Per dieci anni avrebbero addirittura vissuto sotto lo stesso tetto e lei lo avrebbe favorito e protetto nonostante fosse sposata con il pregiudicato Salvatore Gentile, condannato all’ergastolo per alcuni omicidi, esecuzioni avvenute anche per nome e per conto di Messina Denaro.

Un frame delle telecamere di sicurezza del supermercato riprende la coppia (Ansa)
Un frame delle telecamere di sicurezza del supermercato riprende la coppia (Ansa)

A far emergere questo amore-legame, iniziato nel lontano 1996, sono state alcune lettere, firmate dal "cugino" (nome in codice di Laura, ndr), e trovate nel covo dell’ex primula rossa di Castelvetrano. Epistole in codice per celare dietro ai paraventi semantici la vera identità delle persone, ma che fanno emergere quanto il boss fosse coccolato, anzi venerato, da lei e dalla figlia Martina Gentile (per la quale i pm hanno chiesto inutilmente gli arresti). "Sono fortunata di far parte della tua vita", sospirava Laura. Messina Denaro teneva tutto custodito gelosamente in un diario in cui annotava confidenze intime ma anche regali e conti della spesa. In copertina un quadro di Van Gogh, "il mio pittore preferito". Gli era stato regalato da Laura e dalla figlia nel 2013 con tanto di dedica: "Per te e i tuoi pensieri… da me e Tan. (il nome in codice attribuiti a Martina, ndr)".

I due si erano conosciuti nel 1996, quando la latitanza del boss era iniziata da tre anni, con la benedizione del padre Leonardo. "Mi fa piacere sentirti dire che non sono stato un errore, anzi tutt’altro. Sì, è quello che penso: sono e resterò solo (Laura Bonafede fingeva di essere un uomo, ndr). Perché per te è stata una sorpresa? Non avevi capito? Ventisei anni fa ho chiesto di venirti a trovare e mi è stato concesso… non c’era motivo di quella visita ma forse si doveva aprire un capitolo e così fu. Dici bene, abbiamo letto quello che era scritto. La vita è strana, fa dei giri incredibili e poi ti porta dove vuole lei. Noi possiamo solo farci trascinare".

Un amore reso ombroso dalla gelosia di Laura per la vivandiera Lorena Lancieri (arrestata con il marito) e per i giri in auto insieme a lei. "Non puoi nemmeno immaginare quello che ho provato – scrive la maestra –. E dire che qualche reazione l’hai vista. ll non vederci più e il non avere notizie hanno fomentato la rabbia, la delusione. Vedi che io ti conosco e ti prego non ne voglio parlare, si risveglia il dolore. Devo dirti allora che me lo hai "chiesto" tu se potevi fare un giro con Tramite! (nome in codice di Lanceri, ndr). Lasciamo stare il telo macchiato che poteva essere un’illazione. Ma il salire in auto nella piccola stradina. Te lo ripeto: io ti conosco. È vero sai recitare ma capisco quanto sei coinvolto quando parli di qualcuno".

Il loro legame non è solo un feuilleton, ma anche un rapporto d’affari mafioso. È Laura che gestisce alcuni business del padrino, gli porta i conti, gli dice di chi fidarsi. È lei che probabilmente conosce gli altri covi rimasti finora celati. È lei che ha la stessa adesione ai valori mafiosi del padrino tanto da definire i carabinieri "nemici". Una donna che non esita a restare fedele anche quando il marito viene scarcerato tra un processo e l’altro: "Mi ero quasi offeso per il tuo dire, come se la nostra Amicizia era per me una sorta di tappabuchi, un passatempo… Penso che ci apparteniamo, nel bene o nel male ci apparteniamo e questo è un dato di fatto".