"Sono Matteo Messina Denaro": ecco gli ultimi istanti prima della cattura

Come è stato preparato il blitz dei carabinieri nella clinica di Palermo dove il boss era in cura. Ai sanitari ha detto: "Amo le cose belle". La passione per Porsche, Rolex e fumetti

Palermo, 16 gennaio 2023 - "Sono Matteo Messina Denaro": ecco gli ultimi istanti prima della cattura dell'ultimo padrino.

"Mi chiamo Matteo Messina Denaro"

La certezza è arrivata tre giorni fa. I magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz. I carabinieri del Ros e del Gis erano già alla clinica Maddalena dove, da un anno, Messina Denaro si sottoponeva alla chemioterapia. Il boss - che dopo l’accettazione fatta con un documento falso - aveva in programma prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso. Un carabiniere si è avvicinato al padrino e gli ha chiesto come si chiamasse. "Mi chiamo Matteo Messina Denaro", ha risposto. 

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"Amo stare solo, mi piacciono le cose belle"

"Amo stare solo, ma piace vivere, mi piacciono le cose belle", aveva detto il boss scambiando quattro chiacchiere con i sanitari. Nessuno alla Maddalena ricorda accompagnatori di Messina Denaro che non avrebbe ricevuto visite durante il ricovero. "Era un uomo garbato, a modo suo sofisticato - dice all’Ansa un sanitario -. Nessuno poteva sospettare fosse un boss ricercato accusato di stragi e omicidi. Era sempre gentilissimo, calmo, sorridente. Aveva un suo stile".

Implacabile playboy con i Ray Ban, le camicie griffate e un elegante casual. E dietro questa immagine ormai scolorita una scia di leggende: grande conquistatore di cuori femminili, patito delle Porsche e dei Rolex d’oro, maniaco dei videogiochi, appassionato consumatore di fumetti. Di uno soprattutto: Diabolik, da cui ha preso in prestito un soprannome. 

Dopo il blitz nella clinica, l’ormai ex superlatitante è stato trasferito prima nella caserma San Lorenzo, poi all’aeroporto di Boccadifalco per essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza. La stessa cosa accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa.

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L'arresto del fiancheggiatore

Insieme a Matteo Messina è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie, il commerciante d'olive incensurato. Luppino, infatti, nativo di Campobello di Mazara, vicino alla Castelvetrano di Messina Denaro, è un agricoltore che commercia olive anche fuori dalla Sicilia.